Holger Rune: “Adoro giocare con Sinner e in Italia”. “Nel 2022 non ero pronto per la quarta posizione nel ranking”
Pronto per esordire contro Carlos Alcaraz nella prima giornata della danarosissima esibizione Six Kings Slam in avvio da mercoledì a Riyadh, Holger Rune ha rilasciato qualche dichiarazione a quindicizero, entrando nel merito del carosello di allenatori che gli è girato intorno nell’ultimo biennio ma anche di quando si è ritrovato giovanissimo (venti anni) alla quarta posizione del ranking.
“Ho appreso” – dice l’atleta danese, riavvicinatosi nelle ultimissime ore al suo primo referente tecnico in ordine di tempo Lars Christensen – “molto da tutti i miei coach. Ho pensato di cambiare dopo aver lavorato per quindici anni con lo stesso coach e sono contento della decisione perché avevo bisogno di trarre ispirazione da fonti per me nuove”. Il trionfatore di Bercy 2022 si dichiara fiducioso sui propri progressi futuri, anche per la sua maturazione personale: “si cerca sempre di migliorare e di capire se stiamo sfruttando al meglio il nostro potenziale. Ora so meglio cosa funziona per me e di cosa ho bisogno”.
Sulla sua subitanea e inaspettata scalata al ranking del 2022, quando raggiunse la quarta casella, Rune rilegge le condizioni che favorirono quell’exploit e non cerca meriti che non sente di avere. “Tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 ero degno dei top dieci ma onestamente non ero pronto per la quarta sedia, che ho raggiunto più per demeriti di chi non aveva difeso i suoi punti della stagione precedente. Non ero preparato tennisticamente e nemmeno mentalmente al ruolo. Oggi ho più esperienza e sono più consapevole nell’adattarmi alle situazioni; sono più a mio agio e l’aspetto mentale ne trae beneficio”.
Dopo aver lodato l’organizzazione dell’ATP (“ma i Master 1000 da due settimane non mi piacciono”) e l’atmosfera rilassata delle esibizioni molto gradita ai tennisti, Holger dedica un pensiero a Sinner a all’Italia. “È bellissimo giocare con Sinner, il livello è sempre altissimo e lui è molto professionale. Amo l’Italia perché adoro la passione che trovo lì e che manca un po’ in Scandinavia; da voi l’atleta sente l’energia dei tifosi, un momento che noi tennisti adoriamo”.