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Sulla sedia dell’arbitro a Shanghai: l’incubo shot clock e la ribellione dei giocatori

Dopo circa 10 mesi di tennis ininterrotto, siamo ormai vicini al finale di stagione e le scintille riscontrate in campo, durante il torneo di Shanghai, ci hanno ricordato che la maggior parte dei giocatori sono esausti sia fisicamente, che mentalmente. Diversi top players si sono ribellati alle decisioni dei giudici di sedia, assumendo comportamenti insoliti e creando non poche perplessità. Quando solitamente, durante le partite di tennis, non ci sono incidenti di particolare rilievo. Mentre al Masters 1000 di Shanghai, in meno di 24 ore, tre tennisti tra i migliori del mondo hanno perso le staffe nei confronti dei loro giudici di sedia.

LE REAZIONI FUORI CONTROLLO DI TIAFOE, ZVEREV E TSITSIPAS

Il primo è stato il numero 17 del ranking ATP e semifinalista dello US Open, Frances Tiafoe. Lo statunitense ha mandato a quel paese l’arbitro Jimmy Pinoargote accusandolo esplicitamente di aver “rovinato il match” in seguito ad una penalità per time violation. Secondo il giudice di sedia, Tiafoe non avrebbe rispettato il tempo limite dello shot clock, ovvero l’orologio che segna i 25 secondi che un giocatore ha a disposizione tra un punto e l’altro prima di servire. Lo statunitense avrebbe inoltre lanciato la pallina in aria per prendere tempo ma senza essere ancora pronto a colpirla. Secondo Pinoargote, quella sarebbe stata la terza provocazione del match, motivo per cui l’arbitro ha aggiunto:Questa non me la bevo”, prima di dare la penalità al giocatore sul 5-5 dell’ultimo e decisivo tie-break della partita. In seguito alla penalità e al servizio perso, Tiafoe è stato battuto da Roman Safiullin: 5-7 7-5 7-6 dopo 3 ore e 4 minuti. 

Nella stessa serata, il numero 3 del mondo e due volte finalista slam, Alexander Zverev avrebbe accusato il rinomato arbitro Mohamed Lahyani di aver rovinato il torneo, usando parole forti:state mandando il torneo a farsi fottere”. La reazione isterica del tedesco sarebbe arrivata in seguito ad una chiamata corretta di doppio rimbalzo da parte di Lahyani prima che Zverev colpisse la palla, nel match contro Tallon Grieskpoor.Ogni finale del Grande Slam che perdo è per colpa vostraha detto Zverev in piena crisi vittimistica riferendosi ai giudici di sedia in generale, prima di perdere al turno successivo contro David Goffin.

Il giorno seguente è toccata all’arbitro Fergus Murphy nel match tra Daniil Medvedev e Stefanos Tsitsipas. Il greco numero 12 del mondo non ha rispettato il tempo limite dello shot clock, esattamente come Tiafoe, prendendosi la penalità di time violation.Non hai mai giocato a tennis in vita tuaha detto Tsitsipas a Murphy, il quale ha risposto:Non sono bravo come te, ma ho giocato”. Non contento allora, il greco ha continuato: “Probabilmente sei un giocatore che fa solo serve-and-volley”, come a dirgli, non sai cosa vuol dire far fatica.

IL CAMBIAMENTO DELLO SHOT-CLOCK

Lo shot-clock è una novità abbastanza recente considerando che è arrivata nel circuito maggiore nel 2018. Ma negli ultimi mesi, a partire dai tornei del Queen’s e Halle, è stata introdotta una novità sperimentale: il conto alla rovescia parte automaticamente al termine del punto e l’arbitro non ha più nessun margine di discrezione sul tempo di recupero dei giocatori. Prima di questo cambiamento, è sempre stato il giudice di sedia a far partire il cronometro una volta annunciato il punteggio.

Con l’incremento della tecnologia e degli automatismi che ne derivano, l’arbitro è stato messo in una situazione molto complicata da gestire: non è più chiamato solamente a svolgere il ruolo di giudice imparziale, ma è diventato il volto del sistema e di tutti i suoi problemi. Da un lato, ci sono i giocatori che rivolgono agli arbitri tutta la loro frustrazione per mancanza di empatia, dall’altro, c’è la pressione dei supervisori che potrebbero accusarlo di favoritismi qualora non rispettasse le regole della tecnologia e non.

LA TECNOLOGIA FRAMMENTATA CREA CONFUSIONE

Questi avvenimenti hanno preceduto la notizia riguardo all’introduzione dell’Electronic Line System a Wimbledon a partire dal 2025. Un tema che ha fatto molto discutere riguardo ai tanti posti di lavoro che verranno eliminati, ancora una volta, sui campi da tennis. Vero è che ormai i giocatori sono sempre più abituati alla chiamata elettronica e quindi alla certezza (quasi) assoluta. La frammentazione della tecnologia da un torneo ad un altro crea delle disparità tra i ruoli degli arbitri e pure tra i giocatori, ormai molto più diffidenti nei confronti dell’occhio umano, rispetto a diversi anni prima. Questo non dovrebbe certo giustificare delle reazioni irrispettose come quelle viste a Shanghai. È probabile che se nel regolamento ci fossero delle sanzioni più pesanti, questo non accadrebbe mai con la frequenza dell’ultimo periodo.

Ma nella maggior parte dei tornei ATP, gli arbitri si sono disabituati a prendere delle decisioni e a far valere la loro autorità, diventando dei semplici ripetitori di un sistema elettronico e di conseguenza, i giocatori si sono abituati a sentire meno le loro voci.

E si sa, quando il genio esce dalla lampada, rimetterlo dentro è un po’ difficile.

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