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Giuli spiazza la Buchmesse (e Saviano) : “Spazio alla libertà del dissenso, anche contro il governo”

“La cultura è la nostra religione universale civile, affamarla è un atto di empietà. Applichiamo  tutti noi un po’ di illuminismo che illumini la mente di tutti coloro che sono chiamati al momento della scelta di come indirizzare i soldi della cosa pubblica”. Risuonano le parole spiazzanti del ministro della Cultura Alessandro Giuli alla cerimonia d’inaugurazione della Buchmesse di Francoforte. “Nella mia missione istituzionale sono intenzionato a rappresentare la sacrosanta libertà di espressione di ogni forma di dissenso compreso quello che possa ritorcersi sul governo a cui mi onoro di appartenere”. Anche se – ha aggiunto- “auspico soprattutto che prevalgano armonia e concordia”.

Praticamente Roberto Saviano è stato sbugiardato su tutta la linea. Lo scrittore votato al martirio è stato invitato alla Buchmesse non dagli editori ma dal direttoredella fiera di Francoforte Jürgen Boos. E ha voluto straparlare proprio in mattinata affermando di andare a Francoforte “come forma di resistenza al governo italiano. “. Vomitando fiele contro il regime autoriatrio che ci sarebbe in Italia. C’è da ridere, Saviano vede la libertà di espressione in Italia a rischio. Il ministro sgonfia la sua retorica.

Buchmesse, Giuli: “Ci vuole un po’ di illuminismo per…”

Un discorso ampio e articolato, alla sua maniera. “La cultura è la nostra religione universale civile – ribadisce i ministro Giuli . Questa funzione sociale e immateriale è tanto più importante nella nostra epoca in cui il tribunale della realtà ha messo sotto processo le presunte certezze della globalizzazion. E ci ha restituito un mondo segnato da conflitti, da fanatismi, da discriminazioni. Che molti avevano ingenuamente, forse troppo frettolosamente, relegato nel retrobottega del secolo scorso. Un’epoca questa in cui la proliferazione dei media e delle fonti di informazione ci ha reso spesso più liberi, ma non sempre ci ha reso più saggi- sottolinea Giuli- . Un’epoca in cui la cultura resta la più potente risorsa per la paideia dei nostri giovani. E soprattutto il miglior antidoto contro ogni forma di violenza, di estremismo e di populismo”.

“Il padiglione Italia sarà un luogo di incontro e confronto, di visioni e punti di vista, come proprio della nostra cultura, che ha alle spalle un’eredità millenaria. Alla Buchmesse 2024 l’editoria italiana mostra un’identità aperta e plurale, una realtà dinamica e in crescita che negli ultimi anni ha quadruplicato la vendita di diritti all’estero – aggiunge il ministro – Siamo molto orientati all’internazionalizzazione e sono fiducioso che gli incontri al padiglione Italia aumenteranno ancora l’interesse per la nostra produzione culturale. L’italiano si annovera tra le lingue più studiate al mondo, nonostante le ridotte dimensioni del nostro territorio. Il pubblico tedesco è quello che meglio conosce gli autori italiani, tra classici e moderni. La cittadinanza culturale non ha confini”. “Cito – ha concluso Giuli- un passo dell’intellettuale antifascista, Carlo Levi, che racconta ciò che unisce tutte le nazioni impegnate a difesa del patrimonio culturale – conclude Giuli – che recita ‘Il patrimonio culturale, inteso come unità inscindible di paesaggio, storia e arte, è la biografia di una nazione'”.

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