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In Friuli quasi 500 aggressioni al personale sanitario in un anno: estesa la sorveglianza negli ospedali. «L’obiettivo è disincentivare la violenza»

Ospedali più sicuri, per i pazienti e per gli operatori. La direzione generale dell’Azienda sanitaria universitaria del Friuli centrale (Asufc) ha previsto, a partire dal 15 novembre, l’estensione del servizio di sorveglianza nei vari presidi ospedalieri: il Santa Maria della Misericordia di Udine, l’Istituto di medicina fisica e riabilitazione Gervasutta, le strutture di Palmanova, Latisana, San Daniele e Tolmezzo.

Nello specifico, al Santa Maria della Misericordia la sorveglianza riguarderà anche le ore diurne delle giornate infrasettimanali, in aggiunta alle ronde nei fine settimana; al Gervasutta e nei presidi di Palmanova e Latisana arriverà la sorveglianza diurna (quella notturna è già presente), mentre a San Daniele e Tolmezzo erano già garantite ronde sia di giorno che di notte.

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«Questo provvedimento va in due direzioni fondamentali – spiega Denis Caporale, direttore generale di Asufc – e cioè permettere a tutti gli operatori di lavorare con maggiore tranquillità, ma al contempo disincentivare gli utenti dall’uso della violenza». In una situazione in cui le aggressioni al personale sanitario in Friuli sono state 483 nel 2023, la necessità di garantire la massima sicurezza nei luoghi di cura è particolarmente sentita.

«Stiamo rafforzando un servizio già presente» precisa Caporale, chiarendo che gli incaricati di piantonamenti e ronde saranno in capo ai servizi privati che già se ne occupano. I diversi presidi hub e spoke di Asufc da tempo sono interessati da controlli approfonditi, che riguardano sia l’interno delle strutture sia le aree esterne circostanti, con particolare attenzione ad accessi, androni e percorsi considerati come punti critici. I corridoi più bui, i passaggi più angusti: l’attenzione è già alta. Se la videosorveglianza è garantita nella maggior parte delle strutture, dal 15 novembre un numero maggiore di agenti avrà l’incarico di vegliare su personale sanitario, pazienti e famigliari.

«L’estensione dell’accordo già in essere va nella direzione di migliorare un’attività che si è dimostrata efficace, ampliando la fascia oraria e consentendo così a tutta la popolazione di accedere ai presidi ospedalieri con il massimo della serenità a qualsiasi ora del giorno» specifica ancora il direttore generale, che si sta occupando di uniformare i servizi dei diversi presidi dell’azienda sanitaria. «Le forze pubbliche non bastano e intervengono nei momenti di particolare necessità, ma non coprono tutti i presidi e tutte le fasce orarie» spiega ancora Caporale, ringraziando questura e prefettura per il lavoro congiunto svolto in diverse situazioni. «Le strutture sanitarie sono città nelle città – aggiunge – per questo serve un’azione capillare su ciascuna».

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