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Il regista Catinari porta il grande cinema nel cuore di Udine: «Più semplice girare in una città piccola»

“Alla festa della rivoluzione”, questo è il titolo del film – diretto da Arnaldo Catinari e prodotto da Fulvio e Federica Lucisano per Italian International Film con Rai Cinema – le cui riprese si stanno svolgendo nel centro storico udinese, già dal 28 ottobre, e proseguiranno per cinque settimane, fino al 22 novembre.

Il film vede la partecipazione di attori noti al grande pubblico, come Riccardo Scamarcio, Maurizio Lombardi, Valentina Romani, Nicolas Maupas e Darko Peric. La sceneggiatura è di Arnaldo Catinari e Silvio Muccino.

Qualche giorno fa, al termine delle riprese all’interno di palazzo D’Aronco, abbiamo incontrato il noto regista italiano, nonché direttore della fotografia, Arnaldo Catinari che ci ha parlato un po’ di questo progetto.

Da dove nasce l’idea di ambientare il film nei primi anni del Novecento?

«La pellicola parla di un momento particolare della storia italiana, molto poco raccontato, la presa di Fiume, nel 1919, da parte di Gabriele d’Annunzio e i cinquecento giorni di anarchia, anzi ancor meglio, di uno stato fondato da un poeta visionario, futurista che metteva al centro di ogni cosa l’arte, la parità e un grande stato democratico in un periodo storico tra il buio della prima guerra mondiale e il buio del fascismo.

Quali gli ideali che si vogliono far emergere?

«Il poeta cercava di costruire a Fiume la sua utopia, assolutamente poetica. Lui scrive la “Carta del Carnaro”, una costituzione fra le più avveniristiche del momento storico e molto più avanzata di altre. D’Annunzio aveva una visione molto democratica che prevedeva la parità uomo-donna, l’arte al potere, le donne al potere, un reddito di cittadinanza, le droghe libere, incentrata sull’uomo che era al centro dello Stato ed aveva messo in atto una rivoluzione assoluta, avveniristica per l’epoca, che lo aveva reso un personaggio scomodo per chi aveva attorno, ma, allo stesso tempo, questa grande utopia attirava i rivoluzionari e la Russia di Lenin.

Ma è anche una spy-story?

«Sì. In questo periodo storico, quindi, io assieme a Silvio Muccino, che è l’altro sceneggiatore, abbiamo ambientato questo film, che vede al centro, proprio la presa di Fiume, che si prestava a rappresentare questa grande spy story».

Il centro storico udinese, fa da sfondo alle riprese. Come si è trovato qui?

«La città di Udine come location è straordinaria, in particolare questa splendida piazza, capace di dare spazio all’immaginazione e alla creatività. Le scene nel Governatorato di Fiume, infatti, le stiamo facendo proprio qui nel palazzo del Comune di Udine. Talvolta è molto più semplice girare le scene in una città di piccole dimensioni, come Udine».

Ci può dare qualche anticipazione riguardo ai ruoli che interpretano, nella trama? Chi rivestirà il ruolo di Gabriele d’Annunzio o Beatrice, la spia russa coinvolta nell’attentato durante la festa di insediamento del poeta?

«Riccardo Scamarcio ha il ruolo di Pietro, che è la longa manus di Mussolini nella rivoluzione, mentre Valentina Romani, riveste il ruolo di Beatrice che è una spia russa. L’attore Maurizio Lombardi è il poeta Gabriele d’Annunzio, mentre Nicolas Maupas, riveste il ruolo di Giulio, che è il medico personale di d’Annunzio».

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