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Per Tvb il secondo tempo è ancora stregato: ko anche con la Virtus Bologna

Piccoli passi in avanti. Incoraggianti, beneauguranti, colmi di buona volontà. Non sufficienti però a garantire il successo a una Nutribullet che ricade nell’antico e mai risolto vizio del terzo quarto abulico.

Il cupolone dell’Unipol Arena si conferma stregato per TvB che prosegue nella propria rottura prolungata quanto a risultati. Anche se in maniera leggermente differente alle ultime uscite: sì, ai biancocelesti è fatale il solito rientro morbido dagli spogliatoi (36-21 di parziale); sì, il primo tempo è come sempre foriero di tante buone intenzioni; e sì, questo David Torresani è davvero un elemento utile.

Però manca sempre qualcosa per raggiungere l’obiettivo. E questo qualcosa non è certo Valerio Mazzola, ai box per i noti problemi alla schiena. Quindi, quale sarebbe l’elemento mancante per il puzzle di coach Vitucci?

Se la rimonta dal -14 al -5 nell’ultimo quarto arriva con Torresani in cabina di regia, allora è presto individuato il problema. Treviso Basket ha un disperato bisogno di un playmaker. Non di un lungo – e Paulicap, al rientro, pare voler allontanare le voci di taglio con una quasi doppia-doppia da 9 punti e 13 rimbalzi di pura energia – ma una mente pensante che sappia cosa fare nei momenti complessi.

D’altronde dovrebbe essere evidente a chiunque la metamorfosi in partita di Olisevicius, da terminale mortifero nei primi venti minuti (26 punti, quasi immarcabile) ad elemento alieno nella ripresa (zero punti e troppe palle perse): se al lituano sono richiesti straordinari in isolamento spalle a canestro, è facile attendersi il rovesciamento dei rapporti di forza nel punteggio.

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La Virtus, va detto, non appare imbattibile. Pur schierando praticamente il meglio a disposizione a parte l’infortunato Hackett, la Segafredo è squadra da grandi ondate e successivi assordanti silenzi. Lo si vede nei vari break e contro-break che condizionano tutta la partita: +10 nel primo quarto con Diouf (21-11), -10 nel secondo parziale sotto la spinta di Olisevicius (40-52), il decisivo +10 al rientro dagli spogliatoi con le bombe di Morgan (75-65), ma anche il +5 ricucito da TvB dal perimetro con Bowman e Harrison al 38° (96-91).

La differenza non la fanno tanto i lunghi, posto che Zizic dimostra di non meritare il lauto stipendio corrispostogli dalla Virtus e che Alston risulta spesso fermo e inutile. La distanza tra le due squadre è composta dalle differenti regie: Pajola è un metronomo, Morgan sa leggere le situazioni con puntualità, Shengelia è un play occulto; dall’altra parte c’è Mascolo che è abituato a viaggiare soltanto ad alta velocità e un Torresani ammirevole ma ancora da far maturare.

Bowman non è un regista e già questo è un bel guaio. Se poi la panchina, tolto l’ex Golden State, offre il vuoto pneumatico di Mezzanotte e la versione nervosa e deleteria di Macura, c’è ben poco da sperare. In queste condizioni, rimediare un -7 in casa di una squadra da Eurolega è quasi una vittoria morale. Certo, un successo materiale farebbe assai più comodo, ma se non c’è possibilità di ottenere i due punti in classifica occorre accontentarsi dei progressi palesati da una squadra che per la prima volta non subisce nettamente a rimbalzo (29-28, ma catturando 11 palloni nell’area avversaria) e che fornisce segnali di vita anche nei momenti più critici.

Tutti elementi da cui ripartire in settimana per preparare le due gare più critiche del girone d’andata, quelle contro le campane: prima di scendere a Napoli, attualmente ultima in solitaria, TvB dovrà vedersela col proprio passato ossia con la Givova Scafati di coach Nicola, Ale Zanelli e Paulius Sorokas. Un trio che ora è accomodato un gradino più su in classifica e che ha una voglia matta di prendersi qualche rivincita su un passato non privo di bocconi amari in quel di Villorba.

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