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Violenze ad Amsterdam, l’ex Br Persichetti: “I tifosi israeliani se la sono cercata. Basta vittimismo”

L’aggressione di ieri ad Amsterdam ai tifosi del Maccabi Tel Aviv? “Se la sono cercata”. È la tesi choc comparsa in un post su Facebook a firma dell’ex Brigatista rosso Paolo Persichetti che alimenta la tesi palestinese che circola sui social che capovolge la dinamica degli incindenti nel corso della partita di Europa League. L’ex terrorista, oggi ricercatore storico,  si dice disgustato profondamente “per la narrazione diffusa dai media mainstream italiani. E le dichiarazioni delle leadership politiche sui fatti di Amsterdam”. Sarebbe – dice – “una consapevole mistificazione di quanto è avvenuto, un doloso capovolgimento dei fatti“.

Tifosi aggrediti, l’ex Br: se la sono cercata, capovolta la realtà

L’ex terrorista Br denuncia “l’eterno vittimismo aggressivo sull’intangibilità dell’israeliano. Che invece è libero di professare razzismo” e sottolinea come dopo i fatti di Amsterdam sia “partita la grancassa del progrom antisemita”. Si tratterebbe di un “un doppio standard di giudizio sta ha stancato il mondo”. In particolare, scrive ersichetti, “il capo delle polizia locale Peter Holla ha spiegato che i tifosi del Maccabi, il club di Tel Aviv di cui sono noti i legami storici con la formazione fascista del Betar (sul ‘manifesto’ di oggi un articolo di Valerio Moggia ne spiega la storia di violenza legata all’ultradestra) hanno scorrazzato prima del match per le vie del centro città. Strappando e bruciando bandiere palestinesi appese alle finestre, distruggendo un taxi che aveva una effige pro-Palestina che evidentemente li disturbava, inneggiando alla distruzione di Gaza con slogan razzisti, antipalestinesi e arabofoni.  ‘Fate vincere l’Idf, fanxulo gli arabi’ o ancora ‘A Gaza non ci sono più scuole perché non ci sono più bambini'”.

Basta con il vittimismo aggressivo del mainstream italiano

Secondo l’ex brigatista l’atteggiamento provocatorio non si è arrestato nemmeno una volta entrati nello stadio. “Durante il minuto di silenzio per le vittime delle esondazioni di Valencia hanno fischiato per manifestare ostilità contro il governo spagnolo, critico verso i crimini commessi dalle truppe israeliane nella invasione di Gaza. Sempre i supporter del Maccabi si erano comportati allo stesso modo ad Atene, nella precedente partita del girone Uefa, massacrando un ragazzo egiziano solo perché indossava una Kefia. Così all’uscita dallo stadio, dopo la partita, gruppi di militanti propalestinesi e ragazzi delle periferie che si erano organizzati nel frattempo, li hanno attesi, rincorsi e pestati. Non ci sarebbe molto da aggiungere, se non che se la sono cercata”.

L’ex brigatista: è partita la grancassa del progrom antisemita

Nel mirino del post il governo italiano e i massimi rappresentanti politici che ieri hanno espresso solidarietà e vicinanza alla comunità israeliana. “È partita la grancassa del progrom antisemita, scomodando addirittura la ‘Notte dei cristallli’. E il paradosso è vedere i nipotini dell’ultradestra erede dei nazisti, autori dei progrom antiebraici di ieri, mostrarsi in prima fila solidali con la violenza degli holligans del Maccabi. Solo perché oggi professano un razzismo di segno inverso: antiarabo, anti-mussulmano, antipersiano, in linea con l’ideologia dello choc delle civiltà caro alle destra occidentale”.

Ancora in stato di fermo 4 dei 62 iniziali arrestati

Intanto nella capitale olandese sono ancora in stato di fermo  quattro sospetti dei 62 inizialmente arrestati per gli attacchi contro i tifosi del Maccabi. Uno dei quattro accusati di violenza pubblica è un 26enne identificato grazie alle riprese delle telecamere a circuito chiuso, riporta il New York Times. “Se le persone vengono rilasciate, non significa che non siano più sospettate”, ha detto la portavoce della polizia Marijke Stor. “Altri arresti possono essere effettuati, naturalmente, perché l’indagine è ancora in corso”.

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