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Il sindaco di Meolo contro Landini: «Non mi siedo con chi vuole la rivolta sociale»

Il sindaco di Meolo, Daniele Pavan, si rifiuta di sedere al tavolo delle trattative con la Cgil «in segno di assoluto dissenso» con le dichiarazioni del segretario generale Maurizio Landini, che ha evocato la “rivolta sociale” contro la manovra del governo. Secca la replica della Cgil: «Consigliamo al sindaco di occuparsi delle difficoltà di lavoratori e pensionati falcidiati dalla manovra economica».

Diventa un caso politico la trattativa sulle progressioni economiche in corso nel Comune di Meolo. Di norma la parte politica non partecipa alla delegazione trattante. La giunta fissa gli indirizzi e poi la trattativa vede al tavolo il segretario comunale, le Rsu comunali e i sindacati.

Attualmente, però, il Comune di Meolo è in attesa di un nuovo segretario. Forniti gli indirizzi politici, la giunta ha nominato dei responsabili di settore come componenti della delegazione di parte pubblica. Ma ha anche ritenuto di affidare al sindaco il compito di assistere alla contrattazione, pur non avendo potere di trattativa essendo esclusa la parte politica dalla partecipazione attiva.

Il sindaco ha saltato la prima riunione il 4 novembre, perché impegnato a presenziare alla visita del presidente Mattarella a Venezia. Ma ha annunciato che salterà anche le prossime riunioni, in polemica con le dichiarazioni del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che ha chiamato alla “rivolta sociale” contro la manovra del governo Meloni.

«Stante le ultime dichiarazioni del segretario Landini», ha scritto Pavan ai sindacati, «è mia intenzione non sedermi al tavolo di contrattazione con chi rappresenta questa sigla sindacale in segno di assoluto dissenso da quanto alluso, oltreché per l’utilizzo di un lessico socialmente pericoloso». Indipendente di centrodestra, Pavan non è tipo da tirarsi indietro. Anche contro la sua parte politica, come ha dimostrato il ricorso al Tar contro la Regione per la Via del Mare.

«Il segretario generale della Cgil ha utilizzato parole pericolose dal punto di vista sociale», ribadisce Pavan, «Non intendo sedermi al tavolo con quella sigla sindacale per questo comportamento del loro segretario, che non è la prima volta che si atteggia in questo modo».

Il sindaco, però, sottolinea che la questione non ha nulla a che vedere con la trattativa a livello comunale per cui, di fronte alle richieste dei sindacati di estenderle, la giunta conferma l’impegno a rivedere parzialmente l’atto d’indirizzo riguardante le progressioni economiche. «L’atteggiamento politico di una sigla sindacale a livello nazionale», assicura Pavan, «non deve inficiare quello che meritano i nostri dipendenti comunali, che si danno da fare per la funzionalità dell’ente. Ma sarebbe imbarazzante sedersi al tavolo con rappresentanti sindacali che hanno all’apice questo tipo di atteggiamento. Non aiuta la serenità tra le parti».

Secca la replica della Cgil. «Apprendiamo con stupore la scelta del sindaco di Meolo di non considerare più la Cgil un interlocutore, a seguito delle dichiarazioni del nostro segretario generale Landini», dichiara Daniele Giordano, segretario generale di Cgil Venezia, «Evidentemente il sindaco ha molto tempo libero, tanto da dedicare addirittura una discussione della sua giunta a questo tema. Come sindacato gli consigliamo di occuparsi delle difficoltà economiche di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati, che sono falcidiati dalla manovra economica, che sta varando la sua parte politica al governo e che peraltro colpisce proprio gli enti locali. Come Cgil, come sempre, faremo il nostro mestiere. Consigliamo al sindaco di fare il suo, ricordandogli che rappresenta tutti i cittadini e non solo quelli delle forze politiche di destra che lo sostengono».

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