Tagli al Comune, a Padova è scontro politico
La notizia dei tagli ai finanziamenti agli enti locali, inseriti dal governo Meloni nella Legge di Bilancio 2025, ha investito Padova, spaccando maggioranza e opposizione su come il Comune arriverà a far quadrare i conti.
Il sindaco Sergio Giordani ha stimato oltre 14 milioni di euro in meno da poter spendere nei prossimi quattro anni, tradotti in tagli ai servizi o aumenti nell’imposizione fiscale. Due voci che hanno già scatenato una catena di reazioni a Palazzo Moroni e in Regione. A Padova la stretta arriverà a pesare quasi 20 milioni di euro, aggiungendo ai tagli della spesa corrente, accantonamento obbligatorio e costo per gli incrementi contrattuali ai dipendenti.
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Sinistra compatta
Nell’attaccare la premier Meloni per la manovra firmata dal ministro leghista all’Economia Giancarlo Giorgetti, e che la ministra padovana Elisabetta Alberti Casellati trova «equilibrata», c’è una sinistra coesa con Giordani nel definirla «una vera e propria tassa governativa su tutti i cittadini».
La destra, al contrario, mette sulla graticola gli anni di gestione dem dell’erario comunale. In questo scenario arriva l’appello al presidente della Regione Luca Zaia della capogruppo Pd regionale, Vanessa Camani. «Prenda insieme a noi una posizione netta con il suo Governo. Il governo Meloni fa cassa sugli enti locali, mettendo in ginocchio i Comuni. Le prospettive per gli enti locali sono allarmanti, con cifre che per il Veneto si aggirano sugli 80 milioni di tagli e soprattutto con il blocco del turnover per il personale destinato a paralizzare le amministrazioni. In queste condizioni», evidenzia Camani, «per i territori e le città si annuncia una fase di sostanziale taglio dei servizi, che poi sono gli strumenti di protezione per le persone più in difficoltà».
Confida in scelte politiche locali responsabili e di buonsenso il capogruppo della Lista Giordani, Bruno Cacciavillani, così come Coalizione Civica che ha depositato una mozione perché dagli equilibri del bilancio previsionale non escano impoverite le persone più economicamente disagiate.
«Serviranno inevitabili scelte legate alla “Tassa Meloni”, ma faremo in modo che Padova resti una città che eroga servizi di eccellenza per tutte e tutti», rimarca il segretario cittadino del Pd, Franco Corti. Tra questi c’è il trasporto pubblico locale, già penalizzato a parere della consigliera regionale Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) da scarsi investimenti regionali. Al Governo, la Giunta deve dare un aut aut, «chiedendo o un passo indietro», chiarisce Ostanel, «o di farsi sostenitrice dei Comuni e dei servizi che con sempre maggior fatica offrono ai cittadini».
Centrodestra pro Manovra
«Si ricordino i tanti lavori pubblici e di bonifica iniziati con un preventivo e proseguiti con continui aggiustamenti al rialzo, ad esempio lo stadio Euganeo, bonifica di Piazza Boschetti, via Anelli, oltre alle tantissime consulenze esterne», fa poi presente il consigliere comunale Fratelli d’Italia, Enrico Turrin, «senza dimenticare come vengano sperperati centinaia di migliaia di euro ogni anno in progetti del tutto inutili alla collettività, quanto funzionali solo alle associazioni amiche che fungono da bacino elettorale della sinistra».
Critico anche il capogruppo di FdI, Matteo Cavatton, che attacca il sindaco sulla scelta delle spese.
Parla di «politica vessatoria nei confronti dei propri cittadini» l’affondo al sindaco messo invece a punto dal consigliere Manuel Bianzale di Coraggio Italia: «Un amministratore locale può definirsi buono quando riesce a gestire il bene comune con oculatezza, razionalizzazione e soprattutto visione della città nel futuro», dice, ricordando aumenti già applicati ai biglietti dei trasporti, Imu e parcheggi.
Gruppo misto e Orizzonti
«Prospettarne altri alle tasse è poco serio e crea allarmismi inutili», la reazione nel Misto del capogruppo Luigi Tarzia. «Anziché lamentarsi in anticipo, attendiamo l’approvazione della Legge di Bilancio dello Stato e analizziamo i dati oggettivi», è il suggerimento.
«Ridurre la propria indennità del 20%» è la provocazione rivolta alla giunta Giordani dal movimento politico Orizzonti Futuro Insieme. «La giunta potrebbe chiedere al governo di approvare una legge perché questa riduzione venga effettuata a tutti gli amministratori dei Comuni sopra ai 50 mila abitanti».