Ospizio Furno, in settimana la vendita
Piverone
C’è tempo fino alle 12 del 20 novembre per presentare un’offerta per acquistare l’ex ospizio Furno e tutti i beni in capo all’ex Ipab cioè terreni e un fabbricato conosciuto come il mulino. Il giorno successivo, alle 15, davanti al notaio Gianluca Eleuteri di Torino, ci saranno le aperture delle buste e, quindi si formalizzerà la cessione. Il bando, firmato dal commissari liquidatore Calogero Terranova, è stato pubblicato nelle settimane scorsa per trovare un’offerta migliorativa rispetto a una disponibilità presentata disposta a pagare il tutto 120mila euro.
Con la cessione, si chiude un lungo capitolo dell’Ospizio Furno di Piverone, un capitolo cominciato alla metà del 1800. Dal testamento del barone Innocenzo Furno (siamo nel giugno del 1848) era nata la struttura con una convenzione con il Regio ospizio generale di carità, Ospedale maggiore di San Giovanni Battista d Torino e Congregazione di Carità di Piverone. Altri tempi. La storia più recente dell’Ospizio Furno si riassume sinteticamente nella parola “declino” fino alla nomina nel febbraio 2023 da parte della giunta regionale del Piemonte, di un commissario con il compito preciso di liquidare la struttura.
Il “declino” dell’Ospizio Furno ha anche delle cifre, un debito complessivo accertato di oltre 566mila euro. I beni in capo all’ex Ipab, secondo una perizia di stima immobiliare redatta appositamente, hanno un valore di oltre 331mila euro.
La chiusura dell’attività dell’Ospizio Furno era stata conseguente a una serie di criticità economico e finanziarie emerse fin dal 2017, quando si era rivelato ormai indispensabile l’avvio di un processo che portasse all’adeguamento normativo e organizzativo, un processo che non era però stato in grado di invertire la tendenza. Gli ospiti – siamo nel 2019 – erano otto sui 38 posti disponibili e nel 2020 erano stati spostati in una struttura vicina, il titolo al funzionamento era stato revocato dall’Asl/To4. Così, all’attività, era stata scritta la parola “fine”. La gestione dell’epoca aveva cercato di salvare la struttura cercando di ridefinire un futuro all’ex Ipab sempre nel settore del socio – assistenziale trasformandolo in una piccola residenza per anziani. L’anno successivo – 2021– era lo stesso consiglio di amministrazione dell’ente a certificare l’impossibilità di andare avanti per ragioni economiche e finanziarie che per l’assenza del titolo autorizzativo. Il presidente era deceduto e i quattro consiglieri di amministrazione avevano rassegnato le dimissioni dando mandato al Comune di Piverone di avviare le procedure di estinzione dell’Ipab. Nel frattempo, la situazione debitoria si faceva sentire con l’emissione di due decreti ingiuntivi per oltre 431mila euro e nel 2022, a questo punto, era stato lo stesso Comune a chiedere alla Regione di nominare un liquidatore.