Gratteri a La7: “Governo la smetta di attaccare i giudici, in Albania grande spreco di forze dell’ordine. Nordio? Sarà esperto di Venezia…”
“I giudici non vanno attaccati quando scrivono un provvedimento che non si condivide, ci sono gli strumenti normativi per ricorrere contro un’ordinanza o una sentenza di un giudice. Bisogna finirla di attaccare i magistrati perché non ci piace un provvedimento“. È la premessa che fa il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ospite di Otto e mezzo (La7), rispondendo sul caso Albania, a proposito del quale spiega: “Non voglio dare un giudizio politico, ma dico che in questo momento in Albania ci sono 250 uomini delle forze dell’ordine che non fanno quasi nulla, limitandosi a controllare 8-10 immigrati che si trovano in quella struttura. È un grande spreco tenere 250 poliziotti in missione in Albania, quindi penso che bisogna farli tornare in Italia perché ci sono vuoti di organico per migliaia di agenti“.
Diverse le frecciate del magistrato al governo Meloni in tema di giustizia: “Penso che molte volte ci sia incompetenza, cioè che le norme siano scritte da persone che non sono mai state in un’udienza“.
“Ma come? – chiede la conduttrice Lilli Gruber – Il ministro della Giustizia Nordio è stato un suo collega, ha fatto il pm a Venezia“.
“A Venezia”, commenta Gratteri.
Lunga pausa di silenzio, dopo la quale la giornalista commenta: “Ho capito, Nordio è poco esperto”.
“Non lo so, sarà esperto di Venezia – risponde ironicamente Gratteri – Io dall’89 giro il mondo, ho avuto a che fare con organizzazioni di trafficanti internazionali e ho contribuito a fare indagini su 200-300 persone, quindi forse so di cosa c’è bisogno”.
Poi commenta le recenti parole di Nordio, secondo cui “meno il giudice parla e meglio è”, perché “più parla e più si espone al rischio di vulnerare questa sua apparenza di imparzialità”: “Non è assolutamente vero, noi siamo cittadini come tutti gli altri e dobbiamo parlare. Quindi, come parla un politico, deve parlare anche il magistrato. Io penso invece che ci sia un difetto di comunicazione tra magistrati e l’opinione pubblica. I cittadini – prosegue – devono essere informati anche da noi, perché oggi ci sono persone che strumentalmente ogni giorno scrivono cose false in modo sistematico. Noi non abbiamo la potenza di fuoco che possono avere certi centri di potere a scrivere o a dire certe cose. Quindi, penso che i giudici debbano parlare e spiegare all’opinione pubblica il loro lavoro”.
E conclude: “Dobbiamo spiegare anche le motivazioni di un provvedimento giudiziario. Oggi con la riforma Cartabia io non posso neppure spiegare il contenuto di un’indagine o di un’ordinanza di custodia cautelare, mentre l’avvocato col suo cliente può fare una conferenza stampa e dire che gli asini volano”.
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