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Investì e uccise un ciclista 17enne: assolto per un cavillo sul limite di velocità

È stato assolto perché il fatto non costituisce reato Maurizio Cavasin, 60 anni di Carbonera, l’automobilista che il 14 giugno dell’anno scorso a San Biagio di Callalta investì e uccise il giovane ciclista Marco Bianchin, 17 anni di Spercenigo, mentre attraversava la strada.

Cavasin, assistito dall’avvocato Marco Furlan, è stato processato martedì mattina, 19 novembre, in rito abbreviato per rispondere dell’accusa di omicidio stradale. La procura della Repubblica di Treviso gli contestava di non essere riuscito ad evitare l’investimento di Bianchin, che gli aveva omesso di concedere la precedenza uscendo da una strada laterale, a causa della propria eccessiva velocità, superiore ai 50 chilometri orari.

Ma, secondo quanto accertato dall’avvocato Furlan, il limite di 50 km orari vige su quella strada, solo nel territorio comunale di Carbonera. Non a San Biagio, dove è avvenuto l’incidente, a 80 metri dal confine con Carbonera, dove invece il limite è di 90 chilometri orari.

Il rito abbreviato era condizionato dall’audizione di Barbara Ciambotti, il comandante della polizia locale di San Biagio e Carbonera, che ha confermato come sulla stessa strada, nei due diversi comuni, vi fossero due diversi limiti di velocità, stabiliti autonomamente con una deroga dall’amministrazione comunale.

Il giovane, ricoverato in gravissime condizioni presso l’Ospedale di Treviso, morì dopo due giorni di agonia. Il ragazzo, residente con la famiglia in centro a Spercenigo, era stato investito in via Valdemoneghe, poco dopo le 15, a San Biagio vicino al confine con Carbonera. Bianchin, secondo le prime ricostruzioni, stava percorrendo con la sua mountain bike un sentiero che costeggia la ferrovia, sul lato nord.

Il giovane si sarebbe immesso all’improvviso sulla carreggiata, sbucando da un lato, dietro i cespugli, proprio nel momento in cui lungo la corsia di destra transitava la Fiat Punto di M.C., un artigiano della zona. L’impatto fu inevitabile. Dopo aver colpito prima il cofano e il parabrezza dell’auto, il corpo del 17enne era volato per diversi metri.

Sul posto erano intervenuti i soccorritori del Suem e la polizia locale. Le condizioni dell’adolescente apparvero subito serie a causa del doppio trauma cranico subito prima nell’impatto col veicolo e poi candendo a terra. Morì due giorni dopo all’ospedale.

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