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Officine Bertoli, la storia di un’azienda di famiglia

Una storia di famiglia, che si intreccia con la Storia e in modo indissolubile con altre storie e con i luoghi in cui si svolsero è ora raccolta e messa su carta per diffondere un patrimonio di fotografie, testimonianze, documenti che riguardano le Officine Bertoli.

Il volume dedicato “a tutte le donne e gli uomini che con il proprio lavoro hanno contribuito a creare quella che è stata per tanti anni una delle maggiori realtà industriali del Friuli” si intitola: Officine Bertoli. Una famiglia, un’azienda, un territorio (Gaspari editore). Scritto da Liliana Cargnelutti, storica e archivista e Mariagrazia Santoro, architetta e urbanista, riunisce in un’opera arricchita da preziosi contributi fotografici non solo la memoria di una famiglia ma anche la memoria di una collettività attraverso il percorso compiuto dalle Officine Bertoli dal 1813 al 1988.

La linea narrativa sostenuta dall’attenta e competente ricerca documentale delle autrici sostanzia un volume in due parti dialoganti: la prima, scritta da Cargnelutti ripercorre il tempo storico dell’azienda che va dal battiferro alle Officine, coprendo l’arco temporale dalla Prima alla Seconda guerra mondiale fino agli anni Ottanta con la nascita dell’Abs e l’Area ex Bertoli. Santoro invece mette in sinergia la fabbrica con la città e il territorio.

Ne risulta una storia appassionante, orgogliosamente friulana che ha come protagonisti uomini capaci di grandi visioni nonostante i tempi difficili, cominciata nei primi anni dell’Ottocento quando un giovane fabbro dell’alta pianura friulana, Rodolfo Barnaba Bertoli (1774-1837), trova lavoro in un battiferro sulla roggia nella periferia a Nord di Udine, a Molin Nuovo, che prosegue nel 1813 quando Rodolfo Barnaba Bertoli da dipendente diventa titolare dell’affittanza dell’officina che sarà rilevata e ampliata dal figlio Giuseppe (1822-1896), il quale esercita accanto all’attività del battiferro anche quella agricola e il relativo commercio, attività mantenute dalla famiglia fino agli inizi del Novecento e che nel 1886 vede il battiferro Bertoli come il più importante del Friuli secondo la Guida di Udine, promossa dalla prestigiosa Società Alpina Friulana.

Il grande salto in avanti è compiuto dal nipote di Giuseppe, Rodolfo (1891-1949), che dopo la Prima guerra mondiale ristruttura e potenzia quella che ormai è diventata un’azienda. Caporetto e la sua disfatta, l’invasione del Friuli da parte degli austriaci e poi il 1945, “fotografato” nel momento della ritirata delle truppe di occupazione tedesche, con l’azienda salvata dalle maestranze che, in contatto con i partigiani, sorvegliano lo stabilimento e impediscono che vengono sottratti o rovinati macchinari, sono pagine di storia non solo di un territorio ma della sua gente.

Gli operai alla fine della guerra rivendicheranno infatti il merito di avere salvato la fabbrica, che sentono in parte come loro, così che si diffonde e si consolida nel tempo la fama della Bertoli come “fabbrica rossa”, espressione di una classe operaia politicizzata e sindacalizzata, comunque fortemente legata a quel luogo. “Nel secondo dopoguerra le Officine F.lli Bertoli, pur tra momenti di crisi che coinvolgono tutto il settore”, scrivono le autrici nella presentazione, “si impongono come il principale complesso siderurgico friulano. Dominante e trascinante è la personalità dell’ingegnere Rinaldo Bertoli (1922-1979), figura che spesso viene identificata con le stesse Officine Bertoli, presidente per nove anni anche dell’Associazione industriali di Udine, presidente “della ricostruzione” per il suo impegno nell’affrontare i problemi del Friuli devastato dal sisma del 1976”.

Una storia di famiglia restituita insieme a quella di una fabbrica emblematica anche di un’etica del lavoro, certamente “un atto dovuto e di grande riconoscenza”, scrivono i figli di Rinaldo, Eleonora, Caterina, Francesca e Rodolfo, “verso la storia della nostra famiglia attraverso le generazioni e verso coloro i quali hanno contribuito ad essa”. La pubblicazione realizzata con il patrocinio di Confindustria Udine, verrà presentata oggi venerdì, alle 17.30, alla Torre di Santa Maria a Udine, alla presenza dell’assessore comunale Federico Pirone, relatore il vicedirettore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini, presenti le autrici.

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