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Ponte di via Piacenza a Voghera, traffico ridotto per almeno due anni

VOGHERA. Subito una variazione di bilancio per le opere urgenti e, a breve un nuovo bando per risarcire commercianti e artigiani: il ponte di via Piacenza è ufficialmente, dall’altroieri, la più impegnativa emergenza per la città nel terzo millennio, oltre che per l’attuale amministrazione (e per quella che verrà dopo il voto). Lo si sapeva da tempo, ma la commissione territorio (presieduta dall’assessore ai lavori pubblici Gabba) ha ratificato un preoccupante dato di fatto: non ci sono, al momento, i fondi per ripararlo. Di conseguenza, il traffico resterà dimezzato dai jersey, senza il passaggio di mezzi pesanti e dei furgoni destinati al trasporto merci, fino a tutto il 2026. Per rivederlo a doppio senso per qualunque mezzo di trasporto, si va verso il 2028.

Una brutta grana per la viabilità, per il commercio e per le finanze locali e regionali. La giunta, ad un anno dall’inizio dell’odissea ponte, mette in campo un piano d’intervento: lunedì sera in Consiglio si voterà una variazione di bilancio, per 580mila euro, che consentirà di avviare opere di consolidamento dell’alveo dello Staffora. Ma il ponte non sarà toccato dai lavori. E con il ponte chiuso a metà, artigiani ed esercenti non hanno mai smesso di denunciare il loro disagio.

Così, ieri pomeriggio, in commissione bilancio, è stato annunciato che verrà indetto un bando modello “ponte Rosso” (l’altro ponte malato e poi, non senza fatica amministrativa, sistemato) per i ristori sui mancati incassi. Ma il salvataggio del ponte sullo Staffora ha già i crismi dell’impresa (il caso del ponte della Becca è lì a dimostrarlo).

La giostra dei fondi

Proprio per far fronte al caso ponte, lunedì è stato convocato il Consiglio in cui si voterà la variazione di bilancio per inserire, nel piano triennale dei lavori pubblici, 580mila euro provenienti dalla Regione Lombardia per pulire e rendere l’alveo del torrente in grado di non creare ristagni di corrente sotto il manufatto, in particolare accanto ad uno dei piloni. Quello che un anno fa, nella notte tra lunedì 30 e martedì 31 ottobre, ha fatto scattare l’allarme per i danni dell’onda di piena dopo le piogge torrenziali. Ma, dopo aver messo in sicurezza lo Staffora, resta il ponte.

La Regione ha promesso, per questo scopo, di mettere in campo i cinque milioni nei conti del 2025 e del 2026, con una prima tranche nel prossimo anno di circa il 40 per cento. L’amministrazione, a sua volta, dovrà rispettare impegni vincolati. Primo tra tutte, la progettazione esecutiva. Incarichi e soldi. E cantieri, con sensi unici alternati in arrivo. Ma quando sarà pronto il ponte? Servirà tempo e intanto il Comune prova a calmare l’irritazione dei vogheresi. Il ponte è un’arteria vitale per la vita economica della città.

«L’amministrazione – dice la sindaca Garlaschelli» sta mettendo a punto un bando relativo agli aiuti per i disagi collegati alla chiusura temporanea del ponte simile a quello a suo tempo emanato per i lavori sul Ponte Rosso. Prevederà l’erogazione a fronte di documentata attestazione della riduzione del fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente». Voghera e i ponti, non è una storia felice.

Un altro ponte? Tra le ipotesi che sono emerse in questi mesi, discutendo del ponte di via Piacenza, anche quella di una demolizione totale e una ricostruzione. Ma in questo caso ci sarebbe lo stop della Soprintendenza, visto che il manufatto ha quasi 200 anni. Restano, intanto, i jersey che di tanto in tanto sono centrati dai veicoli in transito.

Dai ristori ai passaggi stretti: il dibattito tra i consiglieri

«Il caso del Ponte Rosso insegna: senza una adeguata programmazione i problemi della viabilità e dei disagi conseguenti, non si risolvono»: dice Ilaria Balduzzi, capogruppo del Pd. «Certo è che si deve intervenire – dice – ed è giusto che siano previsti ristori per commercianti e artigiani». «Situazione complicata – annota Giorgio Barbarini, di Alleanza Civica –. Mancano i fondi nell’immediato. In prospettiva non si può neppure pensare a una sua demolizione, scatterebbero i veti della Soprintendenza». «Si potrebbe realizzarne uno a fianco del vecchio», si aggancia al dibattito Ilaria Balduzzi.

Caustica Marina Azzaretti (Forza Italia): «Buone notizie per i vogheresi: i jersey sul ponte restano, si lavorerà a lotti con i sensi unici. Non si allargheranno neppure i passaggi: avanti così, se non ci si vede bene, meglio strappare la patente».

Il messaggio neppure troppo tacito: si poteva programmare meglio la gestione dei disagi. Ma la partita non è affatto facile.

Sul fronte ristori ai commercianti si sono mossi Nicola Affronti dell’Udc («È da un anno che aspettiamo che li prevedano») e Pier Felice Albini che, all’inizio dell’emergenza ponte aveva anche ventilato la possibilità di avviare una class action. «Di certo – afferma – quello che ci è stato detto in commissione non tranquillizza la città. Ci si chiede se arriveranno davvero i fondi necessari». «La sindaca aveva garantito che sarebbero stati previsti ristori – osserva Antonio Marfi (M5s) –, chiederemo garanzie in Consiglio anche su questo fronte». Ieri pomeriggio, però, la sindaca, anticipando la richiesta ha promesso che si farà un bando proprio per i risarcimenti. —

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