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La lezione di La Russa alla provocazione di “Repubblica”: mai pensato al Colle, voglio essere libero di schierarmi

La replica di Ignazio La Russa con una lettera al direttore di Repubblica, Mario Orfeo, alla newsletter “Hanno tutti ragione” di Stefano Cappellini dal titolo “Cosa voteresti per evitare La Russa al Quirinale” è più sferzante della provocazione giornalistica che la motiva, con il presidente del Senato che, sul finale, chiude con un interrogativo ben più significativo di quello che ha dato l’input al dibattito, e recita in calce: «Se Repubblica vuole interrogarsi sulle ipotesi più improbabili si chieda cosa voteresti per avere Schlein al posto della Meloni? O meglio, cosa sareste disposti a votare pur di non averla»…

La replica di La Russa alla provocazione di “Repubblica”

Già, perché nella triangolazione Repubblica-La Russa-opposizione che spunta tra le righe del botta e risposta nella consueta newsletter del quotidiano, il presidente del Senato ribalta l’asse degli equilibri dialettici e smonta ipotesi politica e periodo ipotetico delle possibilità paventato dal quotidiano in ordine alla questione, sgomberando il campo dalle illazioni sin dalle prime battute, e prima della pungente chiosa di cui abbiamo appena dato conto.

«Mai pensato di fare il Capo dello Stato, voglio essere libero di schierarmi»

«È notorio che il mio modo di interpretare il ruolo di Presidente del Senato, conservando la libertà di dire, sia pure ogni tanto, quello che penso senza ipocrisie, nasce proprio dal disinteresse totale a quel ruolo», scrive La Russa nella sua missiva di replica. Aggiungendo peraltro a stretto giro: «Non ho trovato ragione per mettere il mio nome in quel titolo. Non solo – sottolinea ulteriormente la seconda carica dello Stato – perché la mia storia lo renderebbe problematico. Ma anche e soprattutto perché non coincide con le mie ambizioni e con il mio desiderio di potermi “schierare” sulle cose che reputo importanti».

Da La Russa una lezione di stile e di logica politica

Ma procediamo con ordine. «Con La Russa c’è un naturale candidato alla carica di prossimo presidente della Repubblica. Il seguito della legislatura potete immaginarlo», scrive Cappellini sul quotidiano da Orfeo. Ma La Russa smonta dalla prima sillaba (e dalla prima illazione) la teoria di Repubblica, e con una risposta tranchant, articolata in punti, si chiama fuori da quello che, appare evidente, è a tutti gli effetti una sollecitazione pungente rivolta alle opposizioni. E con tanto di appello «a chi ha la responsabilità di costruire un’alternativa, e il dovere di farlo nel modo più credibile» (come scrive il giornalista). Insomma, una staffilata all’Aula con tanto di richiamo indirizzato «pure agli elettori ai quali questa alternativa si rivolge»…

La Russa rispedisce ipotesi e illazioni al mittente

Una invocazione veemente, quella implicita nella newsletter di Repubblica, che Cappellini rivolge ai parlamentari dem e al loro elettorato, con una non trascurabile postilla da rilevare: una evidente non curanza del fatto che il governo in carica – che per inciso viene definito «accrocchio» – è stato votato e decisamente voluto dagli italiani. Pertanto La Russa nella sua replica non ha difficoltà a rispedire al mittente recriminazioni e supposizioni, anche spiegando: «So che» chi diventa presidente del Senato «un minuto dopo conforma il suo agire alla possibile prospettiva di futuro Presidente della Repubblica».

E la contro-domanda diventa: «Cosa sareste disposti a votare pur di non avere Schlein al posto di Meloni?»

Ma «se io, invece, ho volutamente avuto una diversa postura è proprio perché non ci ho mai pensato e nemmeno mai l’ho desiderato – rimarca ancora una volta La Russa ribadendo di fatto “un disinteresse totale a quel ruolo” – . Per cui – chiosa lapidario il presidente del Senato – se Repubblica vuole interrogarsi sulle ipotesi più improbabili si chieda “cosa voteresti” per avere Schlein al posto della Meloni? O meglio, cosa sareste disposti a votare pur di non averla?”». Non serve davvero aggiungere altro.

 

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