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Attacco a Beirut. Nel mirino Muhammad Haydar, mente operativa di Hezbollah: mistero sulla sua sorte

Un potente attacco aereo israeliano ha colpito il centro di Beirut nella notte, causando almeno 11 vittime e 63 di feriti, secondo fonti ufficiali libanesi. L’operazione, priva di avvisi di evacuazione, avrebbe preso di mira Muhammad Haydar, alto comandante di Hezbollah, come riportato da al-Arabiya e successivamente confermato da una fonte della difesa israeliana all’emittente pubblica Kan.

Il bersaglio: Muhammad Haydar

Muhammad Haydar, membro del Jihad Council, è tra le figure chiave di Hezbollah, soprattutto dopo l’eliminazione di Hassan Nasrallah in un raid mirato a settembre. Ex parlamentare dal 2005 al 2009, Haydar era un uomo di fiducia del leader ucciso e guidava le forze della milizia nella valle della Beqaa, oltre a gestire reti operative al di fuori del Libano. Nel 2019, gli Stati Uniti lo avevano designato come “terrorista globale con designazione speciale” per il suo ruolo strategico nell’organizzazione sostenuta dall’Iran. Vicino al defunto stratega Imad Mughniyeh, era considerato dall’Idf il vero capo delle operazioni militari di Hezbollah, soprattutto dopo una serie di assassinii. «La perdita di Haydar rappresenterebbe un colpo più devastante rispetto all’eliminazione del Segretario generale Naim Qassem, il cui impatto sarebbe più simbolico. Haydar possiede capacità militari che Qassem non ha», scrive l’esperto Jason Brodsky su X.

Israele non ha ancora confermato l’eliminazione

Nonostante fosse chiaramente lui l’obiettivo dell’attacco, la morte della mente del gruppo terrorista libanese non è stata ancora confermata. Due le versioni che circolano al momento: fonti anonime dicono che non si trovasse lì al momento dell’esplosione, altri invece che ci fosse ma non è stato ancora trovato il corpo. Fino ad ora, né Hezbollah né le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno commentato ufficialmente l’operazione.

L’attacco e il contesto militare

L’attacco, avvenuto intorno alle 4:00 del mattino nel quartiere popolare di Basta, ha distrutto un edificio di otto piani. Secondo l’Agenzia nazionale di notizie libanese (Nna), l’Idf avrebbe utilizzato bombe capaci di perforare bunker, lasciando un profondo cratere e provocando danni agli edifici circostanti. Immagini trasmesse dall’emittente libanese Al Jadeed mostrano il quartiere devastato, con il forte odore di esplosivi ancora nell’aria.

Questo è il quarto attacco israeliano a Beirut in una settimana. Mentre la maggior parte delle incursioni si concentra nel quartiere meridionale di Dahiyah, roccaforte di Hezbollah, l’operazione di Basta si distingue per la mancanza di preavvisi di evacuazione, una caratteristica tipica degli attacchi contro obiettivi di alto livello.

Parallelamente, razzi lanciati dal Libano hanno attivato sirene di allarme nella città di Haifa e nelle aree circostanti. Uno di questi ha colpito una zona industriale a Kiryat Ata, causando danni lievi ma nessun ferito.

La risposta di Hezbollah e l’escalation del conflitto

Dal confine settentrionale, Hezbollah continua a lanciare attacchi quotidiani contro Israele, giustificandoli come sostegno alla causa palestinese a Gaza. Dall’inizio del conflitto, il gruppo ha ampliato il raggio delle sue operazioni, colpendo anche città centrali e settentrionali di Israele. Secondo l’Idf, tuttavia, il numero di attacchi negli ultimi giorni è diminuito.

Sul terreno, le forze israeliane, incluse unità d’élite come la riserva Alpinist, stanno avanzando oltre il confine, scoprendo depositi di armi – molte di queste ultime di fabbricazione iraniana – e lanciarazzi nei siti di Hezbollah.

Morti e bilanci: il costo umano del conflitto

Dall’ottobre 2023, l’offensiva transfrontaliera ha causato la morte di 44 civili israeliani e 71 soldati, mentre le forze militari dello Stato ebraico stimano di aver eliminato circa 3.000 combattenti di Hezbollah. A perdere la vita sono stati anche centinaia di civili libanesi, spesso intrappolati nelle aree di conflitto.

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