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Lo schiaffo di Bergoglio a Macron: va in Corsica e diserta Parigi per la terza volta

Un vero e proprio ceffone diplomatico quello inferto da Papa Bergoglio al presidente francese Emmanuel Macron, con la scelta di non andare alla cerimonia di riapertura di Notre Dame l’8 dicembre, ma di andare una settimana dopo in Corsica, senza fare tappa a Parigi.

Uno sgarbo diplomatico che arriva in risposta all’Eliseo, che non ha mai fatto mistero del suo laicismo esasperato, al limite dell’offensivo. Dalle foto del G7 in Puglia, in cui si vede Macron infilarsi la giacca davanti al pontefice, con una irritualità che oltrepassa ogni etichetta, alle scelte eclatanti e devastanti, come il diritto all’aborto inserito nella Costituzione francese con tanto di cerimonia ufficiale. E ancora, non mancano di notare gli osservatori vaticani, le cerimonie delle Olimpiadi di Parigi, che hanno suscitato tante polemiche e tante irritazioni in ambienti cattolici.

Macron e il dispetto del ritardato invito a Bergoglio

Resta il fatto che Papa Bergoglio per la terza volta torna in Francia e per la terza volta diserta Parigi, lanciando un chiaro segnale diplomatico alla presidenza Macron. Lo stesso inquilino dell’Eliseo aveva invitato il Pontefice a partecipare alla riapertura di Notre Dame, restaurata dopo l’incendio di cinque anni fa, ma senza avere una risposta affermativa.

Il Vaticano ha confermato questo sabato che Papa Francesco, 87 anni, si recherà in Corsica domenica 15 dicembre per partecipare a un congresso sulla pietà popolare che riunirà diversi vescovi di nazioni del Mediterraneo.

A queste critiche risponde il cardinale François-Xavier Bustillo, 55 anni, religioso francescano, nominato arcivescovo di Ajaccio dal Papa. Figura emergente della Chiesa cattolica, di origine spagnola e formatosi in Italia, Bustillo si è distinto nel suo operato sull’isola.

L’annuncio del viaggio del Papa in Corsica è arrivato con un certo ritardo. A Roma si dice che l’invito formale del presidente francese non fosse ancora arrivato questa settimana, ritardando così l’annuncio del viaggio, previsto inizialmente per sabato scorso. “Il Papa non può visitare un paese senza il consenso del Presidente della Repubblica. Questa formalità è stata ora risolta. Il Papa non si impone mai a un’autorità pubblica; deve essere invitato”.

L’incontro con il presidente della Repubblica non era inizialmente previsto. È stato aggiunto di recente al programma. La Santa Sede prevede sempre un incontro tra il Papa e il responsabile del paese ospitante.

Il Vescovo di Ajaccio: se il Papa ha scelto la Corsica ci sarà un motivo

“Lo capisco, perché Parigi è Parigi, e capisco l’emozione. Ma esiste la libertà del Papa. Prima di decidere, il Papa valuta ogni elemento. Se ha scelto la Corsica, è perché ha ritenuto che fosse più significativo. Il Papa non disprezza Parigi, le autorità francesi o Notre-Dame per favorire la Corsica”, dice il vescovo di Ajaccio: il bersaglio è un altro, evidentemente, è sta all’Eliseo.

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