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Belgrado, la “città bianca” che sogna in grande: arte e cultura sono il suo ponte verso il futuro. Guida per un weekend alla scoperta della capitale serba

Belgrado si sta affermando sempre più come una città internazionale, animata dall’ambizione di incarnare uno spirito cosmopolita contemporaneo che può essere definito autenticamente “glocale.” Questo concetto di “glocalità” caratterizza l’atmosfera che si respira nella capitale serba, spesso sottovalutata dal turismo italiano, ma capace di intrecciare culture diverse senza comprometterne le identità, preservando le peculiarità di ciascuna. Ancora genuina e non standardizzata secondo i canoni del turismo di massa, Belgrado rappresenta una meta ricca di bellezze paesaggistiche e culturali che attraversano epoche e stili.

Si può iniziare con una colazione accompagnata da musica da camera nell’iconico Hotel Moskva, fondato nel 1908 e simbolo senza tempo dell’eleganza mitteleuropea, per poi prendere uno dei tipici tram rossi di origine slovacca per immergersi nelle vivaci e autentiche vie pedonali del centro. Qui si trovano mercati locali ricchi di colori, dove la frutta e la verdura, a km 0 e coltivate a pochi chilometri da Belgrado, vengono vendute direttamente dai contadini, offrendo un assaggio genuino della grande tradizione agricola e culinaria serba. Da qui, si possono proseguire le passeggiate lungo le rive del maestoso Danubio blu, che si mostra in tutta la sua imponenza già dall’arrivo in aereo e che abbraccia il moderno quartiere BV (Beograd na vodi, ovvero il Lungofiume di Belgrado), per arrivare al pittoresco borgo storico di Zemun, caratterizzato da suggestive atmosfere medievali e panorami senza tempo. A completare l’esperienza non può mancare vivere l’arte contemporanea, ormai protagonista indiscussa della città: una scena vibrante e innovativa che riflette il dinamismo culturale di Belgrado, che la proietta verso il futuro senza recidere il legame con il suo passato.

In una società dove forti sono le contraddizioni, dove la ricchezza rimane fortemente concentrata, il costo della vita è sempre più alto e dove aleggia l’ombra di un neo-nazionalismo di matrice religiosa ortodossa, questa vitalità trova la propria linfa grazie all’importante sostegno di mecenati e industriali illuminati. Abbiamo avuto la fortuna e l’opportunità di vivere e documentare in prima persona questa vitalità culturale durante l’importante festival di arte e cultura promosso da Madlena Zepter. L’evento ha trasformato Belgrado in un vibrante crocevia di creatività e bellezza, confermandone il potenziale non solo come ponte culturale tra Est e Ovest dell’Europa, ma come autentico punto d’incontro globale. Con una storia millenaria che affonda le radici nella fondazione celtica del 300 a.C., Belgrado si presenta oggi così con la determinazione di ospitare Expo 2027, dimostrando di ambire a reinventarsi come laboratorio culturale contemporaneo, riscoprendo, dopo decenni di ombre, lo splendore del passato e assumendo un ruolo inedito propositivo da protagonista sulla scena internazionale.

La personalità di Madlena Zepter da oltre vent’anni è alla base di questa “rinascita” di Belgrado al di là di ogni anacronistico particolarismo culturale. Con una laurea in letteratura serba e una visione profondamente radicata nella valorizzazione del bello a 360’ , Madlena è una mecenate e filantropa riconosciuta a livello internazionale. Il suo contributo è stato premiato con onorificenze di altissimo prestigio, come l’Ellis Island Medal of Honor negli Stati Uniti e la Medaglia d’Onore dell’Ordine delle Arti e delle Lettere conferita dalla Francia. Accanto al marito Philip Zepter, Madlena ha fondato Zepter International, una multinazionale con sede in Svizzera, attiva in oltre 50 paesi: “La mia storia d’amore con l’arte ha radici profonde” ci ha spiegato Madlena, “per la mia famiglia l’arte era più di una passione: era un valore, una lente attraverso cui comprendere il mondo e un rifugio di bellezza. Ero ispirata dai libri e dalle lingue, che ho scelto di studiare per nutrire quella sete di espressione e umanità che viveva in me. Da allora, l’arte è una presenza costante, un linguaggio che non conosce confini, un’esplorazione continua della sensibilità e dell’immaginazione. Sono onesta, in tanti momenti è stata la mia vera guida e la mia più grande alleata, intrecciandosi al mio percorso con quel senso di meraviglia che si rinnova ogni volta che mi perdo in un’opera”.

Nonostante il respiro internazionale delle sue attività, Madlena è rimasta profondamente legata a Belgrado, sua città natale. La città bianca, così chiamata per il colore delle mura che raccontano una storia di incontri e scontri tra civiltà, rappresenta per Madlena un punto di partenza ideale per costruire un futuro aperto e inclusivo. Grazie alla sua passione e al suo impegno, non solo ha contribuito a rivitalizzare la scena culturale di Belgrado, ma ha anche dato al mondo un esempio concreto di come la cultura possa essere un motore di sviluppo economico, oltre che sociale e umano. Seguendo con coerenza e minuzia questa visione, gli Zepter hanno dato vita a istituzioni culturali di rilevanza internazionale, tra cui il Madlenianum Opera and Theater, inaugurato nel 1997 e divenuto in oltre due decenni un punto di riferimento per la scena artistica serba e internazionale grazie a 610 spettacoli ospitati e più di 300.000 spettatori accolti.

Un’altra pietra miliare è il Museo di Arte Contemporanea Serba Zepter, aperto il 1º luglio 2010 con l’obiettivo di preservare e promuovere l’arte moderna e contemporanea del Paese; la sua collezione, ricca di opere di artisti che hanno significativamente contribuito al panorama culturale serbo, ne ha consolidato il ruolo di luogo di riferimento per appassionati e studiosi, rendendolo un simbolo dell’innovazione e della valorizzazione del patrimonio artistico nazionale. “Un’opera d’arte” ci ha raccontato Madlena “è uno specchio dell’anima e del tempo che la circonda; è un’immagine che cristallizza lo spirito creativo, aprendo un varco nella coscienza per immergerci in nuovi mondi di significato. Le parole sono il nostro strumento per narrare il reale, ma l’arte è l’espressione pura e immediata, un linguaggio archetipico che parla direttamente alla coscienza. Prediligo i dipinti a olio su tela e le sculture della seconda metà del XX secolo: in esse vedo un riflesso dell’audacia e dell’innovazione, della ricerca di nuovi materiali e forme che rivelano la complessità del tempo. Ogni tratto, ogni superficie è intrisa dell’essenza dell’artista, che riesce a trasfigurare il proprio vissuto in una realtà unica e irripetibile, capace di raccontare il mondo interiore e di trasmettere emozioni senza tempo.” La collezione del museo si è recentemente arricchita con due opere di grande rilievo, presentate al pubblico in occasione di questa settimana di eventi: “Crveno Kretanje” (Red Movement), un quadro dipinto nel 1967 dall’artista Vladislav Šilja Todorović, scomparso nel 1988, e “Konkretna Skulptura” (Concrete Sculpture), realizzata nel 1965 dal maestro Milija Nešić, classe 1934.

Il progetto cosmopolita di Madlena Zepter si è arricchito ulteriormente nel 2022 con l’apertura del prestigioso Madlena Palace, un centro culturale situato nel quartiere “diplomatico”, dedicato all’arte contemporanea internazionale e fulcro della settimana dell’arte e della cultura di Belgrado. Questo spazio, che incarna l’eclettismo culturale della sua fondatrice, evoca l’idea seicentesca di Wunderkammer, presentandosi come una sorta di gigantesca “stanza delle meraviglie” in costante trasformazione ed espansione. E’ così stata inaugurata anche una variegata collezione di antichità pensata in primo luogo per il piacere di suscitare meraviglia: una selezione di oggetti provenienti da epoche e culture diverse unite in modo creativo, che offre al visitatore un affascinante viaggio visivo nel tempo. Tra gli eventi ospitati in questo luogo anche la cerimonia di consegna dello Zepter International Design Award – ArtZept. Quest’anno, il tema del premio, “Sublimità e Potere”, ha posto una sfida ambiziosa ad architetti e designer di tutto il mondo: reinterpretare il concetto di cupola, emblema di grandezza e spiritualità. Il riconoscimento è stato assegnato all’artista austriaco Arseni Kruhlik per la sua opera, ispirata alla celebre cupola progettata da Norman Foster per il Reichstag. Il progetto è stato apprezzato per la sua pragmaticità e fattibilità, qualità che gli hanno permesso di distinguersi e prevalere su proposte più audaci e artisticamente interessanti, ma probabilmente meno realizzabili. Tra queste, spiccano l’affascinante “Icosa Geodesic Dome” dell’egiziano Hosny Fahmy Gaber Mohamed e il suggestivo “Fiore di Loto” del giordano Huda Garandouqa, entrambi classificatisi al terzo posto ex aequo.

Questa edizione del premio si è distinta anche per il suo forte legame con l’Italia, un Paese che, come ci ha spiegato la signora Zepter, rappresenta per lei “una seconda patria, un luogo dell’anima”. Questo profondo legame si riflette anche nelle scelte legate al premio, la cui Presidenza della Giuria è stata affidata all’artista Carla Tolomeo, recentemente insignita del Premio alla Carriera Alfredo d’Andrade, e che annovera tra i giurati il noto collezionista Attilio Impronta, rafforzando ulteriormente il prestigio e l’apertura internazionale dell’iniziativa.

Il festival ha lasciato a Belgrado un’eredità culturale destinata a perdurare. Tra le mostre inaugurate, spicca, infatti, “Fiori e Uccelli”, un’esposizione dedicata alla tecnica artistica giapponese Nihonga, che cattura l’essenza della natura con colori delicati e motivi floreali e faunistici. La mostra, aperta fino al 3 dicembre, presenta per la prima volta le opere personali dell’ambasciatore del Giappone in Serbia, Akira Imamura. Queste opere, di alto valore artistico, sono tutelate dal governo giapponese e dichiarate inalienabili, quindi non vendibili.

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