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Omicidio al culmine di una rissa tra scatolettisti: morto un uomo, ferito il fratello

Omicidio nella notte a Marghera: morto un uomo, ferito il fratello della vittima.

Ancora un fatto di sangue nel Veneziano, questa volta a Marghera, dove intorno alla mezzanotte di martedì 26 novembre è stato assassinato un uomo di origini albanesi che si trovava assieme al fratello - rimasto ferito in modo non grave nello scontro - nelle vicinanze della stazione di Mestre, lì dove le due località del Comune sono separate dai binari ferroviari.

La polizia di Stato ha fermato due uomini, sospettati del delitto: si tratterebbe di due individui di origine macedone, portati in questura poco dopo l’omicidio.

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L’omicidio dopo una rissa tra scatolettisti

L’omicidio si sarebbe consumato nell’ambiente degli scatolettisti veneziani, ovvero quei giocatori della tre scatolette che truffano i passanti alla ricerca di una pallina nascosta sotto una delle tre scatole.

I due gruppi, un gruppo di cittadini albanesi e uno dei cittadini macedoni, si sarebbero dati appuntamento per “chiarirsi“ e poi l’incontro sarebbe degenerato .

L’omicidio sarebbe avvenuto a seguito di una rissa tra otto persone, quattro di nazionalità albanese e quattro macedoni.

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Sì tratta dell’ennesimo episodio di cronaca che, nelle ultimi settimane, ha avuto come teatro la città giardino, da sempre territorio segnato da forti marginalità. Il 10 novembre un uomo di origini tunisine è stato accoltellato tra via Paleocapa e piazzale Parmesan, in quello che sembrava un regolamento di conti.

Un mese prima, a metà ottobre, due auto sono state incendiate a colpi di molotov in via don Orione, in quella che potrebbe essere stata una ritorsione per motivi di droga. E solo 12 giorni prima, in zona Piave a Mestre - giusto oltre quella barriera di binari ferroviari che segna il confine con Marghera - due tossicodipendenti sono stati investiti dopo un litigio con un commercialista, accusato di tentato omicidio, e il tutto avvenne appena due settimane dopo l’omicidio di Giacomo Gobbato,

il 26enne ucciso in corso del Popolo il 20 settembre da uno sbandato di origini moldave.

Le vicende, se non direttamente collegate, lanciano un allarme sempre più alto sulla situazione del Veneziano e, in particolare, sul quel quadrante della città che da sempre risulta essere uno dei luoghi a più alta tensione di tutta la provincia.

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