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Due ordigni bellici alla Galleria rifugio di Monfalcone: slitta l’apertura prevista per Natale

Sono partiti i lavori per la realizzazione degli impianti elettrici funzionali alla riapertura della Galleria rifugio, che quest’estate, a causa del ritrovamento di due ordigni, uno dei quali, bonificato, è rimasto incastonato nella volta del tunnel, aveva inevitabilmente richiesto una battuta d’arresto per lo svolgimento del debombing.

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Gli operai della Cella costruzioni srl di Coseano, Udine, non se ne sono però stati con le mani in mano e hanno provveduto a sistemare la parte esterna, con il restauro dei cippi del monumento Granatieri e la posa dei nuovi gradini e lastre per il rivestimento della scalinata in pietra d’Aurisina, en pendant con piazza della Repubblica.

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Gli artificieri sono nel frattempo intervenuti a ottobre, dopo che i carabinieri avevano disposto ad agosto la chiusura dell’ingresso e richiesto appunto l’intervento, ma nel rimuovere il fatidico ordigno ne hanno ritrovato un secondo, pure poi reso inerte.

In questo caso, tuttavia, essendo incastonato alla volta, s’è voluto lasciarlo infisso nella roccia, nella sola sua parte d’involucro. Nelle prossime settimane partiranno, l’ha chiarito l’ingegner Enrico Englaro (direttore dei lavori è l’architetto Roberto Mattarelli), gli interventi per il consolidamento “localizzato” della volta della galleria, attraverso chiodature di fissaggio delle rocce instabili, dopo che le parti precarie sono state invece oggetto di disgaggio.

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Ricomprese anche quelle in calcestruzzo danneggiate dall’esplosione che provocò morti e feriti nel 1950, fatto a seguito del quale il tunnel fu chiuso. Quindi arriverà il momento della produzione degli allestimenti espositivi e della posa della pavimentazione per affrontare il percorso museale.

L’opzione della passerella sopraelevata è stata scartata perché ritenuta instabile e soggetta agli agenti atmosferici (nella galleria l’acqua gocciola e c’è umidità), sicché si procederà con la posa di un camminamento in cemento per 470 metri. Dalla betoniera si spargerà con impianti di pompaggio il calcestruzzo.

Un’adeguata ventilazione contribuirà a rendere gli ambienti salubri. Il contratto dal quadro economico di 810.000 euro prevedeva la conclusione dei lavori il 16 ottobre, ma lo sminamento ha richiesto uno slittamento di almeno 90 giorni sicché adesso il cronoprogramma prevede la chiusura del cantiere entro febbraio: niente Natale in galleria, come accarezzava l’assessora Anna Cisint.

Che nei vari sopralluoghi ha fatto anche il punto sulla ciclabile che attraversa la città e collegherà fino all’aeroporto, un intervento da 1.5000.000 euro. Il sottofondo della pista è stato eseguito e asfaltato, con l’ultimazione della rete d’illuminazione. Seguiranno piantumazioni e pitturazioni, con la segnaletica. Qui si prevede di chiudere il cantiere il 17 febbraio, ma per Englaro anche prima. —

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