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Sci di fondo, il centro di gravità della Coppa del Mondo maschile 2024-25 imperniato su “JHK” Johannes Høsflot Klæbo

Può piacere o meno, può risultare simpatico oppure odioso, può essere ritenuto un intrigante figone o un insipido belloccio scandinavo. Sono tutti giudizi soggettivi, basati esclusivamente sul gusto personale o sulle sensazioni suscitate in ogni persona. I dati oggettivi ci dicono che Johannes Høsflot Klæbo è il fondista più dominante della storia.

Nessuno ha saputo imporre una supremazia così marcata come quella da lui espressa. È verissimo che il suo principale rivale, l’unico in grado di sedersi allo stesso tavolo da gioco, guardarlo fisso negli occhi e avere la credibilità di dire “ответ” e “увеличивать”, ovvero “vedo” e “rilancio”, non può partecipare alla Coppa del Mondo a causa di ragioni totalmente aliene allo sport.

Però tutti gli altri norvegesi non sono certo dei dilettanti allo sbaraglio e Klæbo li sta sovrastando in massa, dal primo all’ultimo. L’assenza di Bolshunov è un delitto, perché staremmo vivendo l’epoca di un dualismo feroce tra coetanei. Ci siamo persi una serie di battaglie fra titani e uno spettacolo unico. Purtroppo bisogna farsene una ragione. Lo scandinavo vinceva anche contro il russo. Da quando quest’ultimo è stato levato dai piedi, il fenomeno di Trondheim sbaraglia il campo.

JHK vince in ogni dove, dalle Sprint alle 50 km; mette in mostra una superiorità straripante e talvolta imbarazzante per gli avversari. È ovvio come, per vincere qualsiasi trofeo, gli si debba chiedere il permesso. Quest’anno Klæbo avrà però un unico obiettivo, i Mondiali di casa, nel senso più letterale del termine. Tutta la sua preparazione e tutto il suo inverno saranno improntati a raggiungere la manifestazione iridata al 100% della condizione, con il sogno di fare man bassa di medaglie d’oro.

La Sfera di cristallo? È sacrificabile, soprattutto con un sistema di punteggio anti-meritocratico e con una caterva di punti conferiti in un periodo temporale estremamente ridotto (quello coincidente con il Tour de Ski). Non a caso, nel 2023-24 Klæbo si ammalò proprio in concomitanza della manifestazione, lasciando campo libero al pur meritevole (ma inferiore) Harald Amundsen.

La Coppa del Mondo andrà a chi la vorrà con più forza fra gli atleti in grado di vincerla. Il vero focus dell’imminente inverno sono le medaglie iridate, ma di quelle si parlerà a tempo debito. Fino a quel momento, tanti vivranno qualsiasi gara come un gradino di avvicinamento alle competizioni cruciali, badando alla classifica generale in maniera più o meno distratta. Chi, poi, la riterrà interessante, comincerà a seguirla con un occhio di riguardo.

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