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La Juventus piace o no? Cinque domande per rispondere

La Juventus viaggia con il freno a mano tirato, che significa poter leggere indifferentemente il bicchiere come mezzo pieno e mezzo vuoto. Quello di Birmingham è stato il pareggio numero 9 nelle prime 18 partite della stagione, il quinto per zero a zero, l'ennesimo figlio di una partita a tratti bloccata e solo per qualche fiammata in grado di trasmettere la sensazione di potersi sbloccare. A favore, occasionissima di Conceicao, o contro: spavento finale e qualche tiro lasciato all'Aston Villa.





Un copione già recitato più volte dalla squadra di Thiago Motta. Contro Roma e Napoli allo Stadium in avvio di campionato, senza l'alibi delle tante assenze, a San Siro con il Milan e ad Empoli nella domenica più deludente dell'anno con l'eccezione del ko incassato per mano dello Stoccarda. In attesa di tempi più adeguati per fare un bilancio, qual è il giudizio sulla Juventus dopo cinque mesi di lavoro nel laboratorio mottiano: piace o no? Risponde alle aspettative oppure sta instillando dubbi nella testa di chi la segue? Un dibattito che si sviluppa lungo cinque grandi temi:

1) Il mercato estivo, che ha comportato uno sforzo da 200 milioni di euro in entrata, sta rendendo secondo gli investimenti? La risposta al momento è no. Uno dei pezzi pregiati (Douglas Luiz) è finito presto ai margini e l'altro (Koopmeiners) ancora non ha mostrato le qualità per le quali è stato inseguito e pagato. Nico Gonzalez, altra spesa vicina ai 40 milioni, è fermo ai box e prima dell'infortunio non aveva incantato. Fin qui solo Conceicao, il migliore in assoluto, e Thuram stanno rispondendo presente ed è troppo poco per un ciclo su cui la proprietà ha comunque puntato una fiche importante nell'anno in cui ha dovuto incassare una perdita di 199 milioni a bilancio;

2) Perché ci sono così tanti infortuni? Contro l'Aston Villa i bianconeri avevano in panchina solo quattro uomini di movimento. A San Siro appena uno di più. Il malanno di Savona allunga l'elenco in attesa che ci sia anche qualche rientro. A parte i crociati di Bremer e Cabal e la lungo degenza di Milik, il sospetto è che la Juventus stia inseguendo l'emergenza tappando una falla in attesa che se ne apra un'altra. Sollecitato sul tema, Thiago Motta ha detto che la sequenza di problemi non è frutto del caso ma che il dibattito deve essere interno;

3) Perché la Juventus appare molto ben organizzata nella fase difensiva e troppo poco in quella di proposta offensiva? Lo dicono i numeri oltre all'impressione visiva di una squadra che fatica a creare opportunità. In Champions League, ad esempio, è 21° per gol segnati e 20° per attacchi mentre in Serie A è rimasta incagliata in tante partite in cui sarebbe servito uno strappo per prendersi la posta piena. Può essere che sia il prodotto di una scelta fatta dal tecnico - sistemare il progetto dalla base -, ma è anche vero che ora i mesi stanno passando e la sensazione è di incompiutezza oltre che di scarso appagamento dal punto di vista estetico. Il Bologna di TM non è mai stata una squadra spettacolo, ma l'aspettativa a Torino è più alta per definizione;

4) Vlahovic è una risorsa o un limite? Su questo filone si inserisce anche il ragionamento sulla figura dell'attaccante centrale. Dopo aver visto un terzo di stagione la sensazione è che il serbo non sia l'uomo giusto al posto giusto. Zirkzee era un centravanti di manovra e cucitura, apriva spazi e non li fagocitava a differenza di Vlahovic su cui pesano anche un paio di gol clamorosi mancati e che avrebbero spostato punti in classifica. Siccome la trattativa per il rinnovo del contratto è su un binario per ora morto, tanto vale sciogliere il nodo in fretta, magari già a gennaio;

5) Mistero Douglas Luiz, aspettare o passare oltre? Il centrocampista brasiliano è stato il primo colpo dell'estate e, al di là dell'architettura finanziaria dell'operazione che ha limitato l'esborso nel primo anno, la Juventus non può permettersi aver sbagliato un acquisto da 50 milioni di euro. Non si è mai inserito e Thiago Motta non ne ha mai parlato in termini entusiastici, come se avesse caratteristiche poco compatibili con il suo calcio. Sarebbe sorprendente, avendolo scelto con Giuntoli, ma al di là della ricostruzione di cosa non è andato per il verso giusto la sensazione è che si sia arrivati a un bivio. O si insiste, dandogli spazio con continuità quando sarà di rientro, oppure bisogna trovare una exit strategy perché il centrocampo della Juventus è in buona sostanza quello dell'anno scorso senza Rabiot e con Thuram e Fagioli. Troppo poco per giustificare spese e attese di questa stagione.

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