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Unicredit: “Pura congettura i 6mila esuberi prospettati dai vertici di Banco Bpm”. Intesa Sanpaolo si tira fuori

“Il numero indicato da Banco Bpm è pura congettura. Speculare su tali dettagli in questa fase è solo fuorviante”. Lo afferma un portavoce di UniCredit, dopo le parole dell’amministratore delegato di Banco Bpm Giuseppe Castagna che mercoledì ha parlato di 6mila esuberi in caso di successo dell’offerta di scambio.

“UniCredit ha una comprovata esperienza nel proteggere e investire nella sua rete e nelle sue filiali, così come nella gestione delle sue persone, del loro sviluppo e della loro formazione, garantendo sempre occupabilità attraverso programmi di reskilling e redeployment, grazie a un continuo, positivo e costruttivo dialogo con tutti i sindacati che ha permesso sempre di raggiungere accordi con l’utilizzo di misure socialmente responsabili“, aggiunge il portavoce.

Sul fronte della politica il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è tornato ad evocare il ricorso al golden power (ipotesi su cui, va detto, gli esperti sono molto cauti). “Esiste una legge, esiste il mercato, e una legge di mercato, poi esiste una legge, che non ho scritto io, che è la legge del golden power, e che il governo valuterà perché deve valutare, lo prevede la legge, niente di strano. Lo sa addirittura l’interessato perché nel prospetto presentato al punto 1.4 c’è scritto che chiederanno l’autorizzazione per il golden power”, ha affermato Giorgetti.

Più deciso il collega Matteo Salvini: “Sì, sicuramente quando e se verrà mandata la richiesta di golden power, il governo istruirà la pratica di golden power. Come ho salutato con favore l’operazione Bpm-Mps per un terzo polo italiano, ritengo assolutamente contrastante con l’interesse nazionale una concentrazione bancaria che allontana le banche dai territori”, dice il vicepremier.

Contrarietà ad un’ingerenza della politica in un’operazione tra banche, entrambe italiane, in mani private, è stata espressa dal numero uno della concorrente Intesa Sanpaolo Carlo Messina. “Il pallino per questa operazione deve essere per la supervigilanza della Bce e per la decisione finale degli azionisti. Altri interlocutori possono intervenire solo se ci sono tematiche di sicurezza nazionale. Il governo interviene solo se ci sono tematiche di sicurezza nazionale e in questo caso non vedo i presupposti. Siamo contrari a interferenze politiche”, ha affermato il banchiere che ha poi escluso un coinvolgimento nell’operazione.

“Noi siamo bianchi perché siamo perbene, ma sicuramente non siamo cavalieri in queste operazioni per un motivo molto semplice: abbiamo una quota di mercato talmente elevata che non possiamo fare nessuna operazione in Italia. Quindi a prescindere dal fatto che non lo vogliamo fare non lo potremmo fare” ha spiegato.

L'articolo Unicredit: “Pura congettura i 6mila esuberi prospettati dai vertici di Banco Bpm”. Intesa Sanpaolo si tira fuori proviene da Il Fatto Quotidiano.

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