Lavori per il 110% iniziati e mai finiti: goriziano condannato per il cantiere fantasma
Ha cavalcato il business del superbonus del 110% stipulando un contratto da oltre 900 mila euro per la ristrutturazione, la riqualificazione e l’efficientamento energetico di un immobile a Rovereto, ma una volta incassato l’anticipo da 65 mila euro, e una volta avviato in subappalto il cantiere, è sparito nel nulla, senza pagare neppure gli operai. Ora il Tribunale della città trentina ha condannato la Dare Service Holding snc del sessantacinquenne goriziano Sandro Rossi a rifondere i 65 mila euro per inadempimento contrattuale e al pagamento delle spese di lite.
I fatti
I fatti risalgono al marzo del 2023 e la vittima è un medico di Rovereto che con la madre aveva versato alla società con sede a Rimini la somma concordata in due tranche da 32.500 euro l’una. I lavori erano effettivamente iniziati nell’aprile dello stesso anno, ma dopo l’esecuzione di alcune demolizioni da parte delle maestranze, i mancati pagamenti alla ditta edile avevano spinto il subappaltatore a ritirarsi dopo appena un mese e mezzo dall’apertura dello stesso cantiere.
Situazione di stallo
A quel punto sono iniziati i contatti tra le parti, prima per proseguire i lavori, poi - constatata la situazione di stallo - per la restituzione dell’anticipo versato.
Quando però è stato chiaro che nulla sarebbe successo, il medico e la madre hanno deciso di rivolgersi al giudice. «I miei clienti si sono ritrovati con l’immobile a pezzi e i tempi per il completamento delle opere che stringevano. Noi speravamo in un accordo, ma, dopo vari tira e molla, Rossi non si è fatto più sentire. Non solo non si è presentato all’udienza, non ha nemmeno nominato un legale che lo rappresentasse», ha ricordato l’avvocato della parte lesa Alessandro Bozzone. Emesso il giudizio, la questine non è in ogni caso risolta. Il problema ora è l’esecuzione della sentenza. Formalmente Rossi risulta residente a Rimini, ma dopo aver ricevuto lo sfratto, ha lasciato l’abitazione romagnola e ora risulta irreperibile. Per lui però i guai non terminano qui. Dal momento che per i due versamenti ricevuti dal medico di Rovereto non ha rilasciato fattura, un mese fa la Guardia di Finanza di Rimini ha avviato una verifica nei suoi confronti.
Capacità affabulatoria
«L’ho incontrato di persone e sembra essere un uomo di altissimo spessore. Chi lo conosce rimane affascinato dalla sua capacità affabulatoria e finisce col fidarsi di lui, ma basterebbe leggere il suo profilo LinkedIn per mettersi per lo meno sul chi va là», ricorda l’avvocato Bozzone evidenziando il rapporto di Rossi con la Efficient Building Spa, società trentina alla quale sono stati sequestrati in via preventiva poco più di 39 milioni di euro per aver incassato i crediti di imposta rientranti nel superbonus del 110% senza aver poi eseguito i lavori di riqualificazione, se non in minima parte.
I precedenti a Trieste e Gorizia
E Rossi era assurto agli onori delle cronache già diversi anni fa. Nel 2010 era stato querelato per insolvenza fraudolenta dal momento che aveva lasciato da pagare un conto da 9 mila euro al Residence Maximilian di Trieste. Lui poi raccontò che una sera aveva trovato la porta della sua stanza chiusa e che il portiere di notte non era stato in grado di riaprirla, dunque se ne era andato dicendo di farsi mandare la fattura a domicilio.
Quello però non era stato l’unico caso. All’azienda Agricola Codelli di Mossa rimase ospite quasi quattro mesi e, anche in quel caso, se ne andò senza saldare il conto. Per recuperare i 3 mila euro che doveva ancora avere, la titolare dovette rivolgersi agli avvocati.
Un episodio coinvolse anche il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna. Allora nei panni di assessore comunale, nel 2010 Ziberna raccontò: «Rossi organizzò per conto del Comune una serie di serate teatrali al Tenda. La prima sera non si presentò e io, in quanto assessore, pagai di tasca mia la compagnia. Idem le sere successive. Ci persi qualche milione e non lo vidi più per 10 anni. Poi lo incontrai per caso a Trieste, mi disse: “Ciao Rodolfo, come stai? Quanto tempo che non ci vediamo!”». —
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