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Mose, già effettuati centinaia di collaudi. Compensi milionari per i verificatori

Collaudi milionari. Compensi distribuiti a dirigenti e funzionari del ministero e dell’Anas per verificare se i lavori sono stati fatti a regola d’arte. Storia antica, che adesso torna di attualità.

Perché il “Collaudo funzionale” del Mose, ha annunciato la commissaria Elisabetta Spitz, sarà concluso entro giugno 2025.

Ma di collaudi ai tanti progetti che formano il sistema Mose, negli ultimi vent’anni, ne sono stati fatti a centinaia. Sette miliardi di lavori, euro più euro meno, spesi o impegnati fino a oggi. La percentuale che spetta a ingegneri e professionisti per mettere la firma sul collaudo è notevole. Cifre a sei-sette zeri.

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Ci sono state inchieste della Corte dei Conti, quando a decidere i fortunati erano il padre padrone Giovanni Mazzacurati e i presidenti di turno del Magistrato alle Acque. Oggi la governance è cambiata. Comandano i commissari, e gli ultimi incarichi li ha affidati Spitz.

Cinque tecnici nominati per portare a termine il Collaudo funzionale. Sono l’ex rettore del Politecnico Ferruccio Resta, Attilio Toscani che insegna “tecnologie alimentari all’Alma Mater di Bologna, Franco Marcomini, professore di Chimica a Ca’ Foscari e presidente del Corila, autore degli studi sul Mose; Giulio Rosati e Massimo Sorli, docenti a Padova e a Torino.

Più una “segreteria tecnica” per cui è stato richiamato in servizio il pensionato ex dirigente Ernesto Iovino. Compensi milionari, da superdirigenti. Che in passato avevano destato scandalo anche per l’alto numero di progetti esaminati.

Incarichi affidati su base discrezionale ad alti dirigenti del ministero, della Corte dei Conti e dell’Anas. «Come si fa a collaudare un’opera che ha ancora tanti problemi aperti e irrisolti», denuncia Fernando De Simone, architetto esperto in costruzioni sottomarine e autore di un progetto alternativo al Mose, «il collaudo sarà pronto a metà 2025. La manutenzione, con questi ritmi, non sarà completata prima di dieci anni».

Un altro piatto molto ricco della grande opera. La manutenzione ora svolta da Fincantieri per le paratoie di Treporti, dovrà essere ridefinita perché le paratoie hanno bisogno di cure urgenti e continue. Solo due sono state ripulite e controllate su un totale di 78, sott’acqua anche da 11 anni.

Problemi che ora dovrebbero essere di competenza della nuova Autorità per la Laguna.

Dopo quattro anni dalla legge, approvata dal governo Conte il 14 agosto 2020, il presidente Roberto Rossetto non ha ancora avviato la nuova macchina. Completato lo Statuto, che è stato approvato dai ministeri e ora attende solo il via libera della Ragioneria dello Stato.

Entro l’anno si dovrà decidere quanti dei dipendenti del Consorzio Venezia Nuova, ma anche delle società Thetis e Comar entreranno a far parte della nuova istituzione. Ente che prenderà in carico l’intera salvaguardia della laguna, ponendo fine all’epoca del concessionario unico e dei commissari straordinari di questi ultimi anni.

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