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Il Giappone aspetta Trump: allarme per l’aumento dei dazi. Il governo di Tokyo ancora senza maggioranza

Da settimane cresce costantemente l’allarme Trump-aumento dei dazi, cosa che dovrebbe colpire meno l’alleato principale degli Stati Uniti in Estremo Oriente rispetto ad altre nazioni, in primis la Cina. Tokyo sta cercando di anticipare come l’amministrazione di Donald Trump affronterà il commercio internazionale e l’investimento estero. Se il nuovo presidente dovesse attuare quanto promesso in campagna elettorale, gli Stati Uniti uscirebbero dall’“Accordo per la Prosperità dell’Indo-Pacifico” (Indo-Pacific Economic Framework for Prosperity, IPEF) e le tariffe che imporrebbe danneggerebbero l’industria giapponese, oltre a porre definitivamente fine all’operazione che vale milioni di dollari, e che permetterebbe all’industria produttrice di acciaio nipponica Nippon Steel di acquisire la statunitense U.S. Steel.

Tale accordo era già stato definito lo scorso anno per 14,9 miliardi di dollari, ma conseguentemente bloccato dall’amministrazione Biden a marzo 2024. Trump ha promesso che la farà saltare all’istante non appena avrà inizio il suo nuovo mandato. Di questo argomento e di molto altro si sta dibattendo durante la sessione straordinaria della Dieta giapponese (il massimo organo del potere statale) che, a complicare tutto, non detiene una maggioranza di governo. La sessione straordinaria andrà avanti per altri 22 giorni fino al 21 dicembre, e si vedrà come il primo ministro Ishiba Shigeru riuscirà ad affrontare il dibattito senza l’appoggio sicuro di una coalizione di maggioranza.

Sia il suo partito Liberal-Democratico (LDP) che il Komeito cercheranno di trovare il favore del partito Democratico del Popolo (DPP) sulle varie proposte, ma non sono ancora riusciti a formare con quest’ultimo una coalizione a tre. Dunque si è verificato un sostanziale cambiamento nella dinamica del potere, dovuto all’aumento dei comitati parlamentari presieduti da politici di opposizione, e Ishiba avrà bisogno di rispondere in maniera particolarmente approfondita alle domande dei leader di partiti come il Costituzionale Democratico. In questa sessione straordinaria del Parlamento, si decideranno anche i fondi da immettere nel bilancio monetario supplementare per l’anno fiscale 2024 che si concluderà a fine marzo. I parlamentari stanno discutendo dell’assegnazione di 100 miliardi di Yen (circa 624 milioni di euro) al fine di garantire un rifornimento di medicinali anche sui generici, nel tentativo di rafforzare la competitività internazionale del settore farmaceutico giapponese.

Un tema, invece, di cui il Paese discute poco è quello dei danni provocati dai social media sui minori. Eppure il Giappone è l’unico paese dei G7 in cui il suicidio è la causa di morte più comune tra gli adolescenti e nei ragazzi/e di vent’anni. Inoltre, lo scorso anno i casi di bullismo confermati nella scuola elementare, media e superiore hanno toccato il record di 730.000, e quelli di cyberbullismo sono in costante aumento. Secondo l’editorialista del Japan Times, Tamura Yuko, “il governo giapponese dovrebbe chiedere alle compagnie telefoniche di mettere a punto dei meccanismi di verifica sull’età degli utenti, e dei controlli parentali più severi”. Un recente sondaggio condotto da un istituto affiliato alla compagnia telefonica NTT-Docomo mostra che il 96% dei minori nipponici delle medie, e il 58% di quelli negli ultimi tre anni delle scuole elementari hanno un account sui social, di conseguenza per i genitori diventa sempre più difficile scoprire contenuti di bullismo.

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