Caduti in Jugoslavia, accolte le spoglie di due militari al Tempio Ossario di Udine
In tanti al Tempio Ossario a Udine, hanno preso parte alla cerimonia organizzata per accogliere le spoglie di due militari italiani caduti nel 1945 nella regione di Vukovar, in Croazia.
Oltre al generale di Corpo d’Armata Andrea Rispoli, erano presenti anche il capo ufficio per la tutela della cultura e della memoria della Difesa, il generale di Brigata Nicola Mandolesi, il comandante della Brigata Pozzuolo del Friuli, il generale di Brigata Francesco Maiorello, il comandante della Brigata Alpina Julia e la professoressa Paola Carnielli Del Din. Sulle note della musica d’ordinanza della Brigata Julia, schierata sul piazzale antistante il tempio, un picchetto del quattordicesimo Reparto comando e supporti tattici alpini ha reso gli onori militari.
Le spoglie dei due caduti sono quella del fante Michele Pisetta di Albiano, in provincia di Trento, e quella del geniere Giuseppe Pietro Mavero di Strambino, in provincia di Torino. «Per noi è stata una cerimonia molto importante – le parole del generale di Corpo d’Armata Andrea Rispoli –. Ci siamo riuniti con tutte le istituzioni dello Stato per solennizzare questo momento, che è sacro e parla dei nostri caduti che rientrano in patria e vengono restituiti ai loro familiari».
Un momento di sacralità, commozione e anche di grande dignità. «Si tratta – ha chiarito Rispoli – di una delle principali attività del nostro ufficio, che ha il compito di recuperare le spoglie dei nostri militari in tanti teatri di guerra e di battaglia e di farli ritornare in Patria. Un rientro, quello di ieri – ha detto ancora il generale –, che è un altro piccolo passo avanti. Anche se il lavoro è ancora lungo, per il nostro ufficio per la tutela della cultura e della memoria della difesa questo vuol dire molto».
Un’attività, quella dell’ufficio per la tutela della cultura e della memoria della Difesa, iniziata nel 1919. «Il primo responsabile di questo ufficio, che mi onoro di dirigere – ha concluso Rispoli – è stato il duca Armando Diaz. Le sue competenze e attribuzioni sono state stabilite, modificate ed ampliate nel tempo. È dunque un’attività che parte da lontano e proseguirà nel futuro».