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Milena Vukotic martedì sul palco di Stradella con “Così è se vi pare”

STRADELLA. Prosa di alto livello, martedì 3 dicembre alle ore 21, al teatro Sociale di Stradella, con lo spettacolo “Così è se vi pare” del regista Geppy Gleijeses, tratto dall’omonima opera di Luigi Pirandello.

Il signor Ponza, nuovo segretario della prefettura, e sua suocera, la signora Frola si trasferiscono in un paesino di provincia dove gli abitanti della borghesia più in vista sono ossessionati dalla ricerca della verità in merito alla figura della signora Ponza perché non si riesce ad appurare se sia la figlia della Signora Frola oppure la seconda moglie dell’uomo come questi sostiene.

A interpretare la signora Frola è l’attrice Milena Vukotic, 89 anni, un Nastro d’argento e un David di Donatello alla carriera, che nel 1963 aveva interpretato la ragazzina Dina nel “Così è se vi pare” di Mario Ferrero.

Cosa la colpisce del personaggio della signora Frola?
«Il personaggio, come gran parte dei personaggi di Pirandello, è molto misterioso. In “Così è se vi pare” è ancora più accentuata questa difficoltà di capire. Sono particolarmente emozionata perché io ho fatto “Così è se vi pare” con Rina Morelli e Paolo Stoppa tanti anni fa. Io facevo la ragazzina, Dina, mentre adesso mi ritrovo a fare questo personaggio enorme e molto importante per me, perché ci sono molte vie di entrata e di uscita in questa signora anziana, che apparentemente è indifesa, ma poi in un secondo tempo dimostra di essere una donna molto forte».
L’inesistenza della verità unica e la critica alla società borghese benpensante dell’epoca sono i messaggi di questa commedia.
«Non è che sia cambiata molto la società e quanto alla verità non si sa quale sia. Laudisi, che è un po' la voce di Pirandello, interpretato da Pino Micol, finisce tutti gli atti con una grande risata. La verità, la morale della favola alla fine è difficile poterla individuare, ma è anche importante sapere cogliere il lato ironico e qualche volta anche comico della società umana».

Cosa le piace di Pirandello?
«Direi che è uno dei grandi classici che rimarrà nella storia dell'arte. Lui è stato uno dei primi psicologi, forse, in quanto ha saputo scavare nell'animo umano e metterlo in una situazione teatrale, paradossale, qualche volta comica. Per cui recitare Pirandello è arricchente tutti i giorni, anche se uno lo fa da tanto tempo. C'è sempre qualcosa che non si è capito o si pensa di capire».
La sua è una carriera straordinaria in tanti campi, televisione, cinema, teatro. Qualcuno di questi le sta più a cuore o tutti sono stati importanti per lei?
«Sono stati tutti importanti per me, in quanto ogni volta ho cercato di assorbire, imparare ogni volta e da tutti, nel bene e nel male, perché facciamo un lavoro che mi assorbe completamente e nel quale mi sento nel mio elemento. Tutte le volte cambia, perché fare teatro è un modo di percorrere questo grande viaggio e interpretarlo, la televisione è tutta un'altra tecnica e un altro modo. Ma pur con diverse espressioni, noi facciamo ogni volta un gioco, sta a noi cercare di interpretare questo gioco nel modo più puro possibile».

Oliviero Maggi

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