Casale di Scodosia, addio al viale dei pioppi: verranno abbattuti 380 alberi
L’invito, a questo punto, è di riempirsi gli occhi e di fare scorta di emozioni: ancora pochi mesi e lo spettacolare stradone alberato delle valli di Casale di Scodosia sparirà. Certo, la magia della natura ritornerà a popolare questo angolo sperduto di campagna della Sculdascia, ma per raggiungere l’affresco che oggi questo posto offre occorrerà attendere più di qualche anno. Dieci, forse più.
Il Comune di Casale di Scodosia, per un’esigenza di sicurezza e per una opportunità economica che rischia di svanire, ha infatti dato un chiaro indirizzo: i 380 pioppi di via Valvecchia e Valnuova vanno abbattuti. Piante alte anche trenta metri, che saranno rimosse – si prospetta già a primavera – per lasciar spazio a piante più giovani, alte – però – non più di sei metri. Un colpo al cuore per i tantissimi che, praticamente ogni giorno e ancor più nei weekend estivi, scelgono i quattro chilometri del viale delle valli per ricercare riparo dalla calura, per qualche momento di relax nella natura – non è raro farsi attraversare la strada da una lepre o sorprendere un airone in riposo – o anche solo per godere dell’incantevole quadro che i pioppi creano attorno a questo spazio magico.
«Non è una scelta presa a cuor leggero», motiva il sindaco Marcello Marchioro. «Qualche tempo fa una giovane donna mi ha inviato delle foto: stava passeggiando lungo il viale alberato con il proprio figlioletto neonato, quando un grosso ramo è piombato a meno di tre metri dalla carrozzina. Un ramo pesante decine di chili: cosa sarebbe successo se fosse caduto su mamma e bimbo?». Non era la prima segnalazione giunta al primo cittadino, che ha quindi attivato la polizia locale e che poi ha commissionato uno studio per valutare lo stato di salute, e di sicurezza, per quelle piante.
Morale della favola: la relazione fitosanitaria ha rilevato che tutti quei pioppi – neri e bianchi – «sono affetti da diverse fitopatie, e che di questi 14 sono morti, 193 molto compromessi e 173 compromessi».
Come intervenire? «La messa in sicurezza con potatura costa 200 euro a pioppo, 150 se si è fortunati: si va dai 60 ai 70 mila euro di spesa, decisamente troppo per un bilancio come il nostro», spiega il sindaco. Qualche mese fa, tuttavia, si è palesata una via alternativa, drastica ma meno onerosa: «Un’azienda del settore si è offerta di abbattere tutti i pioppi e di piantumare altri alberi di specie coerenti con le caratteristiche di questo territorio, il tutto a costo zero. Il motivo?
La ditta si trattiene il materiale con cui poi produce tranciato». Legno tritato, utile per ricoprire pannelli di materiale poco pregiato, per darne una parvenza di maggiore qualità. «Non solo, la ditta si occuperà delle operazioni di ripristino del viale alberato e della manutenzione della strada bianca esistente, azioni che costano solitamente molto caro al Comune». E ancora: se il parere degli esperti richiedeva il ripristino con piante alte almeno quattro metri, l’azienda che si è proposta promette di piantumare alberi alti “già” sei metri.
«Come giunta abbiamo deciso di dare un indirizzo chiaro: occorre abbattere quei pioppi e dare mandato ai nostri uffici di progettare la riqualificazione dell’area. D’altra parte, sessant’anni fa avvenne la stessa cosa: l’allora sindaco Santi Ermete invitò i cittadini a venire in valle a tagliare i salgari (i salici, ndr) che erano diventati pericolosi, piantando poi i pioppi che troviamo oggi e che negli anni non hanno mai goduto di una seria manutenzione».
Ancora qualche mese, dunque, e il viale di pioppi che tocca anche lo storico “casin de Meolo”, l’ex casa del custode, rimarrà solo in qualche post su Instagram. Ci si dovrà accontentare di qualche giovane alberello. Basterà a rendere ancora magico questo paradiso di campagna? Certamente non nell’immediato: ammettendo una crescita di un metro e mezzo all’anno, per raggiungere le vette attuali servirà almeno un decennio. La scelta promette di accendere un acceso dibattito.