World News in Italian

A Venezia carriere femminili con il freno tirato

«La libertà della testa passa anche per la tasca. Solo con questo binomio si può essere davvero libere. Autonome anche economicamente per essere libere».

La consigliera comunale e delegata fucsia Giorgia Pea ha usato queste parole, compresa la critica al patriarcato, problema «atavico della nostra società» per annunciare il via al lavoro nelle commissioni comunali sul primo bilancio di genere del Comune di Venezia.

«Per ottenerlo la battaglia è stata durissima perché me lo avevano promesso dal 2019 ma arriva solo adesso. Di questo ringrazio sindaco e staff mentre qualche assessore ha cercato di frenare», ha detto la consigliera fucsia al museo M9 il 25 novembre.

Nel bilancio di genere di Venezia un dato positivo c’è già: le donne primeggiano nel numero di laureati, dicono i dati delle Università Ca’ Foscari e Iuav. Altri indicatori vanno decisamente migliorati. Tra le questioni da migliorare: a Venezia, intesa come capoluogo e area metropolitana, occorre investire di più nella occupazione delle donne, tra i 25 e i 49 anni, con figli piccoli che hanno meno opportunità rispetto alle donne senza figli. E poi servono più donne con alta professionalità nel Comune di Venezia. E ancora sono poche le donne nelle funzioni apicali a Ca’ Farsetti anche se la maggioranza dei dipendenti sono donne. Al lavoro collaborano assessorati e singole direzioni per favorire servizi e politiche di sostegno alle famiglie e al lavoro delle donne.

Il Gender Gap nel Veneziano è tema evidente. Lo hanno ricordato Cgil e Uil: i contratti part time riguardano solo il 17,4% degli uomini, mentre per le donne sono quasi esattamente il 50% di tutti i lavoro in essere. Ancora la retribuzione part time media corrisponde al 46% di una retribuzione full time, mettendo in evidenza «come le lavoratrici a part time abbiano redditi che difficilmente permettono una indipendenza economica».

Le donne hanno contratti di lavoro più precari. A tempo indeterminato sono il 63,9% delle lavoratrici contro il 71,5% dei lavoratori.

Ancora, le donne guadagnano meno degli uomini: quasi 9.000 euro in meno l’anno, il 33% in meno dei colleghi. E quando si arriva all’appuntamento con la pensione, questo si traduce in una media di mille euro in meno l'anno percepiti da una donna rispetto ad un uomo. Anche nel settore pubblico veneziano le donne guadagnano stipendi che sono di media il 25 per cento in meno dei maschi.

In commissione comunale, Giovanni Braga, Risorse umane del Comune, annuncia per il 2025 il progetto “On bording” di formazione per i neo assunti, aperto alle dipendenti che rientrano da periodi lunghi di maternità, per aiutarle a rientrare al lavoro con meno stress. E si favorisce per queste lavoratrici anche il coworking, permettendo il lavoro in sedi comode, vicine a casa.

Nel Comune il part-time è femminile: tra 315 dipendenti comunali sono 278 le donne che lo utilizzano. Idem per il lavoro agile: su 155 dipendenti, 127 sono donne e solo 28 sono i maschi.

Segnale positivo, invece: i dieci giorni di congedo di paternità , introdotti dalle leggi nazionali, sono in aumento tra i maschi. Nel 2022 101 giorni, nel 2023 162 e nel 2024 150 giorni al 30 settembre.

Situazione positiva che aumenta il numero di giorni di congedo maschile retribuito e che riduce quello delle donne, che tornano, quindi, prima al lavoro. E poi nei concorsi pubblici del Comune è entrata la possibilità di dare spazi dedicati per l’allattamento durante le prove scritte di concorso. La polemica politica inizia subito: la Pd Monica Sambo ricorda che il lavoro, sollecitato da anni, arriva in forte ritardo.

Читайте на 123ru.net