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Addio “key box”, il Ministero dell’Interno mette al bando il check-in da remoto per gli alloggi turistici: ecco cosa cambia

Niente più check-in da remoto negli alloggi turistici. Ci ha pensato il dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno a mettere mano ad una delle pratiche più criticate dell’oramai imperante bolla turistica che in molte città italiane (Firenze, Bologna) ha preso dimensioni improvvisamente impreviste. In una circolare viene specificato che il nuovo provvedimento riguarderà tutte le strutture ricettive, ma in particolar modo quelle di affitti brevi. Infatti, per questo settore di locazione turistica la maggior parte delle volte il check-in degli ospiti viene fatto a distanza. Solitamente il turista invia i documenti d’identità tramite WhatsApp. Dopodichè l’accesso a camere e appartamenti viene attuato grazie a codici automatizzati o lasciando le chiavi in spazi appositi, ovvero le famigerate e criticatissime key box. Come spiega il capo della polizia Vittorio Pisani, il provvedimento è dovuto a ovvie ragioni di sicurezza e in prospettiva all’ingresso di centinaia di migliaia di turisti che arriveranno in Italia nei prossimi mesi in Italia in primis dal Giubileo che inizierà il 24 dicembre.

Come segnala Il Post nella circolare datata 18 novembre viene specificato che “le varie procedure di identificazione degli ospiti da remoto non soddisfino i requisiti già previsti dalla legge”. L’applicazione, peraltro, sarà immediata e, a quanto pare, rigorosa. Insomma, chi gestirà alloggi privati dovrà verificare “de visu” che il documento d’identità corrisponda alla persona che entrerà nella camera o nell’appartamento e le chiavi dovranno passare di mano in mano. Il gestore è obbligato quindi entro 6 ore, se il soggiorno dura fino a 24 ore, a comunicare le generalità dell’ospite alla questura usando il portale “Servizio Alloggiati” sul sito della Polizia di Stato.

Fino ad oggi il servizio di registrazione degli ospiti per affitti brevi avveniva con molta semplicità: una copia dei documenti veniva spedita tramite WhatsApp poi agli ospiti venivano inviati dei codici per aprire le porte o per recuperare le chiavi dell’appartamento lasciate dentro alle key box. Oggetto che nel tempo è diventato il simbolo dell’invasione di questa nuova forma di turismo di massa nelle città italiane. A Firenze, dove ci sono state diverse manifestazioni di protesta a riguardo, le key box verranno vietate dal 2025. Come scrive Il Post, la circolare non vieta esplicitamente le key box “ma di fatto la circolare le rende inutili, ribadendo l’obbligo di ‘verificare l’identità degli ospiti’ in presenza”.

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