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Cinquecento furti in casa nel 2024 a Trieste. Aumentano le denunce e gli arresti

Cinquecentouno furti nelle case di Trieste dall’inizio dell’anno. Il report interforze della Questura, che mette insieme le operazioni della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Polizia locale dal primo gennaio a fine novembre, consegna un dato preoccupante: ogni giorno a Trieste almeno un’abitazione viene svaligiata.

Il trend è in linea con quello delle annate pre Covid e in lieve miglioramento rispetto al 2023, quando i colpi – nel medesimo arco temporale considerato (1 gennaio-fine novembre) – risultavano 540.

A fronte di ciò quest’anno sono aumentanti gli arresti e le denunce. I ladri, come emerge dalle indagini, sono per la stragrande maggioranza stranieri. Spesso trasfertisti: cioè bande, perlopiù organizzate, che girano l’Italia (e non solo) per rubare negli appartamenti e nelle ville. La vicinanza al confine facilita le fughe. Quando i gruppi di malviventi prendono la strada dei Balcani, o dell’Est, è difficile rintracciarli.

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Il report

Dal primo gennaio al 29 novembre le forze dell’ordine hanno contato dunque 501 furti nelle case triestine a fronte dei 540 del 2023, nello stesso periodo di comparazione. Il computo annovera quelli messi a segno e quelli non riusciti. Ma che, per quanto “solo” tentati, creano danni alle abitazioni e un profondo senso di violazione dell’intimità personale e di insicurezza per chi subisce esperienze del genere. Il dato dei 501 colpi non è ancora consolidato, perché è possibile che alcuni episodi recenti debbano ancora essere denunciati. «Rispetto all’anno passato si è verificato un leggero decremento – osserva il questore Pietro Ostuni – ma la risposta da parte delle forze dell’ordine nel corso del 2024 è maggiore in termini di arresti e di denunce in stato di libertà». Erano 238 nel 2023, sono 280 adesso.

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Il fenomeno

Ci sono i gruppi criminali “stanziali” e i “trasfertisti”. In questi anni gli investigatori hanno identificato in particolare persone rom e sinti, georgiane, kosovare, albanesi e serbe. Approdano a Trieste ed entrano in azione. Talvolta con obiettivi mirati, altre dopo una selezione e un monitoraggio delle abitazioni e dei proprietari.

Alcune bande rispondono a organizzazioni che si muovono su larga scala. È il caso dei georgiani, notoriamente abili a forzare le porte blindate, che appartengono a gruppi mafiosi come il Vor v Zakone, letteralmente “Ladri nella legge”, specializzati nei furti negli appartamenti. Gestiscono ingenti flussi di denaro e casse comuni frutto dei saccheggi in tutta Europa con cui peraltro foraggiano le spese legali e le famiglie di chi finisce in carcere. Ecco poi gli stanziali: le inchieste sono risalite ad esempio a varie famiglie rom e sinti (specializzate anche nelle truffe agli anziani) che si muovono in regione per rubare.

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Il modus operandi

Per selezionare le abitazioni da svaligiare i gruppi criminali osservano le abitudini dei proprietari appostandosi all’esterno, anche per giorni. Talvolta, come documentato in varie zone a Trieste (Carso e Muggia compresi) lasciano dei segni accanto ai campanelli. O anche file di pietre lungo i marciapiedi e filamenti di colla sulle porte e sui cancelli, così da capire se vengono aperti e, di conseguenza, scoprire se i proprietari sono assenti. Ma c’è chi agisce anche se le persone sono in casa. Le astuzie per entrare nei palazzi per i sopralluoghi sono molteplici: chi finge la consegna di un pacco, chi si presenta come addetto ai controlli delle utenze o chi, ancora, come agente immobiliare. Talvolta vengono usati stratagemmi per tenere i condomini sempre aperti, senza che nessuno se ne accorga: i ladri infilano pezzetti di carta e di pietra nelle serrature dei portoni per bloccare i meccanismi. Così gli ingressi restano accessibili e i criminali operano indisturbati.

Le nuove tecniche

Di norma l’ingresso in appartamenti e ville avviene forzando porte e finestre. Ma di recente si sono verificati casi in cui le vittime non hanno rinvenuto alcun segno di effrazione: i criminali, infatti, ora usano anche il “topolino”, un attrezzo importato dai gruppi malavitosi dell’Est, che permette di aprire gran parte delle serrature “a cilindro europeo”, di ultime generazione, in pochi secondi.

I consigli della Questura

«A Trieste il Comune e la Regione stanno investendo molto sulla rete di videosorveglianza – spiega Ostuni – ciò è molto utile per le attività di indagine». E come deterrente. Ma molto può dipendere anche dai piccoli accorgimenti, come precisa la Questura: lasciare una luce o una radio accesa per quando ci si allontana per qualche ora, oltre a ricordarsi di chiudere sempre le porte di ingresso a chiave quando si va via. Se si custodiscono oggetti di valore è opportuno fotografarli così da agevolare il riconoscimento in caso di recupero delle refurtive da parte di Polizia e Carabinieri. «Quando si esce per un periodo più prolungato è importante avvisare i vicini di cui si fida – afferma il questore – e se si nota qualcosa di strano è opportuno chiamare il 112. Infine, è bene non pubblicare sui social quando si va in vacanza. Evitiamo di far sapere i fatti nostri agli altri».—

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