Minaccia la moglie con un coltello: arrestato a Chioggia
“Ti me copi ma ti me vien drio, sta tenta che te dago na coltellata”. È stato arrestato mentre, coltello in mano, stava minacciando di morte la moglie.
E - secondo la prima ricostruzione dell’accusa, dopo aver raccolto il racconto della donna - non era certo la prima volta. Il cinquantenne chioggiotto è accusato di maltrattamenti in famiglia - si legge nel capo d’accusa redatto dalla pubblico ministero Andreatta - «per aver sottoposto la moglie a reiterate e continue vessazioni fisiche e psicologiche, causandole gravi sofferenze e continui timori per la propria incolumità, imponendole un regime di vita particolarmente umiliante».
Nel 2018 l’aveva afferrata per il collo, provocandole lesioni giudicate guaribili in due settimane, ma in particolare «con cadenza quasi quotidiana, in preda a violenti scatti d’ira, la aggrediva urlando nei suoi confronti e insultandola», accusandola di tradirlo, di essere una cocainomane, minacciandola frequentemente di morte.
È stato ad agosto che per la prima volta ha afferrato un coltello con una mano e prendendola per il collo con l’altra, strattonandola con forza. E ancora è accaduto il 30 novembre, quando puntandole contro un grosso coltello da cucina l’ha minacciata con quella frase agghiacciante.
Lunedì 2 dicembre, dopo una lunga camera di consiglio, la giudice Capriuoli ha convalidato l’arresto dell’uomo (difeso dall’avvocato Simone Boscolo) e l’ha scarcerato, sottoponendolo però a una serie di ordini: indossare il braccialetto elettronico, divieto di avvicinarsi alla donna e a quella che era stata la loro casa, dalla quale ora si deve tenere lontano.
Poi l’udienza è stata rinviata al 7 febbraio, per il processo con eventuale rito alternativo.
Udienze per maltrattamenti sono tristemente all’ordine del giorno in Cittadella della Giustizia. Ma una delle storie più terribili è venuta alla luce pochi giorni fa, quando un uomo è stato condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione per aver picchiato, minacciato, insultato la moglie per trent’anni, sin dall’inizio del loro matrimonio: a una settimana dalle nozze l’aveva spinta giù dalle scale. E nel tempo in quel clima di violenza avevano dovuto convivere anche i due figli.
Fino al maggio dell’anno scorso, quando una frase diversa ha spezzato il giogo imposto alla moglie, quasi per caso: all’uomo, tra un’offesa e un’intimidazione, è scappato un «vattene via da questa casa». E la donna se n’è andata, sentendosi autorizzata alla fuga, e nell’allontanarsi da lui è anche finalmente passata per la caserma a denunciare tre decenni di abusi.