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Dolomiti, entusiasmo verso Treviso.  Giusti: «Il professionismo è un obiettivo»

Da una parte la serena consapevolezza delle proprie potenzialità, dall’altra un mercato che non vedrà stravolgimenti. Anzi, la linea da tenere - per il momento rimane - quella di non inserire nessuno, salvo eventuali uscite al momento non previste. Perché la Dolomiti Bellunesi desidera tentare di rimanere in testa alla classifica senza tuttavia farsi prendere la mano e sforare il budget previsto a inizio stagione.

Lo sottolinea Nicola Giusti, vicepresidente della capolista, che domenica andrà ad affrontare il Treviso seconda forza del campionato con un vantaggio di quattro punti. A tre giornate dalla fine del girone d’andata, molti già assegnano la targa di “sfida decisiva” al match del “Tenni”. Una evidente forzatura essendoci più di metà torneo da disputare, ma al tempo stesso è indubbio come l’eventuale colpaccio dolomitico rafforzerebbe la candidatura a quel traguardo che per scaramanzia nessuno pronuncia.

Al momento della stesura dei calendari, l’occhio era caduto sulla partita di ritorno con il Treviso. Invece già il match d’andata sta stuzzicando interesse e sensazioni che tra i tifosi mancavano da tanti anni…

«Era difficile prevedere ci presentassimo in una cornice così prestigiosa con tale margine. Al tempo stesso, è ancora difficile avventurarsi in valutazioni e previsioni, mancando così tanto a maggio. Certo siamo felici del nostro percorso, il quale va visto nel complesso dell’intero anno solare 2024. Peraltro, le soddisfazioni provengono pure dal settore giovanile e dalla prima squadra femminile, capolista nel torneo di Eccellenza».

I lavori di rifacimento avviati allo stadio Polisportivo di Belluno stanno rafforzando la voglia di tentare il grande risultato?

«Io scinderei il discorso legato ai traguardi sportivi e alle strutture. Il professionismo è uno degli obiettivi con i quali è avvenuta la fusione nel 2021, ma anche qualora non lo raggiungessimo quest’anno saremmo comunque dentro i tempi ipotizzati. Riammodernare lo stadio del capoluogo era invece una necessità, al di là della categoria».

Avviciniamoci a domenica…

«Già la location è emozionante, pensando che nel 2005-2006 lì si è disputata la serie A. Uno stadio vero, suggestivo, gremito da tante persone. Penso i giocatori, sia nostri, sia biancocelesti, abbiano una fortuna enorme a poter vivere da protagonisti una partita così. Affronteremo una delle formazioni i cui calciatori hanno curriculum di altissimo profilo, un po’ come Campodarsego e Luparense giusto a citarne altre».

Ma la Dolomiti lì davanti non è un’intrusa, anzi.

«Abbiamo serena consapevolezza delle nostre potenzialità, mettiamola così. Non esasperiamo la sfida però, perché porterà in dote gli stessi di punti di quella successiva contro il Calvi Noale. A cambiare è solamente location. Il ruolo di capolista va vissuto con consapevolezza e maturità, poi ovviamente l’entusiasmo è tanto».

Vi siete abituati a partite così: i già quattro confronti vissuti con il Treviso nelle ultime due annate tra campionato e Coppa Italia, quelle con la Clodiense, i playoff…

«È innegabile ci presenteremo forti di un percorso di crescita che senza dubbio si rafforza attraverso il vivere giornate come quelle appena citate».

L’unica preoccupazione tra chi vi segue è dettata dai non pochi infortuni e da una rosa forse un po’ corta. Non vale la pena fare un piccolo sacrificio, ormai che siete lì?

«Il budget e l’equilibrio finanziario comandano su tutto. La società deve garantirsi il futuro, che passa da una certa oculatezza. Per questo a oggi dico che se arriverà qualcuno, sarà per rimpiazzare eventuali partenze. In ogni caso il mercato è in mano a Torresin e Bertagno, il cui lavoro è sotto gli occhi di tutti. Dopo la partita di domenica vedremo, certo nella situazione attuale è fondamentale preservare gli equilibri dello spogliatoio».

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