Ergastolo a Turetta, La Russa: “Sia da monito contro la cultura della possessività e della sopraffazione”
La condanna all’ergastolo dell’assassino di Giulia Cecchettin, sebbene in primo grado, “suoni come monito a chi persegue la cultura della possessività e della sopraffazione”. Il processo Turetta ha tenuto col fiato sospeso tutta Italia. La condanna all’ergastolo per Filippo Turetta arrivata dopo cinque ore di camera di consiglio ha toccato la sensibilità del mondo politico. E’ Ignazio La Russa a commentare l’esito del primo grado della vicenda giudiziaria del femminicidio che ha sconvolto l’Italia. “Nessuna condanna restituirà ai familiari la solarità di una ragazza come Giulia. Ma fare giustizia in momenti come questi è necessario e giusto e ribadisce la presenza delle istituzioni e dello Stato a fianco di tutte le donne vittime della violenza di genere”, commeta il presidente del Senato.
La Russa: Monito contro la cultura della possessività
“Giusto così”, interviene il vicepremier Salvini. “Ora sarebbe corretto obbligarlo anche a lavorare duramente, in carcere, per evitare che la sua permanenza in galera sia completamente a carico degli italiani”. Nessuno potrà mai restituire Giulia Cecchettin a papà Gino. Nessuno potrà mai dimenticare l’orrore e la crudeltà del suo omicidio. “Ma la condanna all’ergastolo inflitta dalla Corte d’Assise di Venezia al suo assassino, Filippo Turetta, se non lenisce il dolore, almeno fa giustizia e lancia un messaggio chiaro e forte. Chi commette femminicidio non ha giustificazioni, attenuanti o scuse di sorta per i suoi atti». Così, la senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli.
L’ergastolo a Turetta fa il giro dei media stranieri
Intanto sta facendo il giro del mondo la notizia della condanna all’ergastolo di Filippo Turetta per l’efferrato femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023 a Fossò, in provincia di Venezia. “L’ex fidanzato condannato all’ergastolo nel caso di femminicidio che ha sconvolto l’Italia”, titola la Cnn, per poi passare alla ricostruzione dell’omicidio e sottolineare le aggravanti che hanno portato alla condanna di Turretta.
Cnn, Bbc Guardian
L’emittente americana, si sofferma anche sul ritratto del padre della vittima: “Il padre di Cecchettin, Gino, che era presente in aula, non ha guardato l’assassino di sua figlia. Dopo il verdetto, ha detto di essersi sentito strano. ‘Non sono più sollevato o triste di quanto non fossi prima del verdetto. Come padre, non è cambiato nulla'”. La Cnn inquadra poi Turetta, presente anche lui in aula, “impassibile, fissava la scrivania di fronte a lui e si trovava di fianco ai suoi avvocati quando è stato letto il verdetto”. Passa poi a parlare del dibattito acceso in Italia dalla vicenda Cecchettin sulla violenza contro le donne, “così come su ciò che è ampiamente visto come un fallimento nel prevenire il flagello. Una donna – scrive la Cnn – viene uccisa dal fidanzato, marito o ex compagno ogni tre giorni in Italia, secondo le statistiche del governo. Più di 106 donne sono state uccise nell’anno successivo all’omicidio di Cecchettin”.
Giulio Cecchettin: “Ci siamo resi conto tardi…”
Nel suo resoconto, oltre a ricostruire i fatti che hanno portato al femminicidio “che ha scioccato l’Italia”, anche la Bbc prende in prestito le parole del padre di Giulia; per il quale la battaglia contro la violenza di genere “la dovremo combattere insieme come società. Guardiamo avanti e speriamo che un altro papà non si ritrovi al mio posto”, ha affermato Gino Cecchettin. E parlando con l’emittente britannica, il padre di Giulia ha aggiunto che nel suo rapporto con Turetta “erano presenti i tipici segnali della possessività. Le negava il suo spazio, o pretendeva di essere sempre incluso. Aveva sempre bisogno di sapere tutto quello che lei diceva alle amiche o persino al suo terapeuta. Ci siamo resi conto più tardi che lei pensava di essere la causa del suo dolore, che si sentiva responsabile per questo”.
Lo zio di Giulia Cecchettin: “Non perdonerò mai”
Anche il Guardian si concentra sulle parole di Gino Cecchettin, che, commentando il verdetto, ha detto ai giornalisti: “giustizia è stata fatta secondo le leggi vigenti. Tuttavia, come società, abbiamo perso tutti”. Il giornale britannico cita inoltre lo zio di Giulia, Andrea Camerotto, che sempre ai giornalisti ha detto: “Non sono per il perdono; non perdonerò mai la persona che ha ucciso mia nipote e non perdonerò mai coloro che fanno del male alle donne”. L’edizione francese dell’Huffington Post titola: “Condannato all’ergastolo l’ex fidanzato di Giulia Cecchettin, la cui morte aveva commosso l’Italia”.
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