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Don Patriciello all’Antimafia: “Meloni ha mantenuto le promesse. Ho ricevuto nuove minacce di morte”

Don Maurizio Patriciello, parroco della chiesa San Paolo Apostolo nel cuore del Parco Verde, ha raccontato senza filtri il suo calvario personale e pastorale nel corso di un’audizione alla Commissione parlamentare antimafia. Le sue parole hanno il peso della verità di chi vive ogni giorno in trincea, opponendosi a criminalità e degrado sociale. «State parlando con una persona che sta veramente in croce», ha detto il sacerdote, descrivendo il clima surreale vissuto dopo lo sgombero di 36 famiglie a Caivano.

Don Patriciello accusa chi ha reso un problema umanitario un problema di parte

«Gli appartamenti del Parco Verde di Caivano in questi anni sono stati occupati da 250 famiglie. Il 7 febbraio, come una mannaia, la procura di Napoli Nord comunica che entro il 7 marzo le famiglie devono andare fuori. Se vanno sotto i ponti loro ci devo andare pure io», ricorda il Don Patriciello. «Sono arrivati 1200 poliziotti e carabinieri, hanno presidiato la chiesa, io ho dovuto sottostare anche ai consigli delle forze dell’ordine che mi dicevano di fare attenzione».

Eppure, è la reazione politica a lasciare il segno più amaro. «Come gli avvoltoi sono arrivati da destra e da sinistra, c’è stata una foto di queste donne con le coperte, con una bandiera rossa e il simbolo della falce e il martello», ha detto, denunciando le strumentalizzazioni di chi ha reso «un problema umanitario un problema di parte». Per il sacerdote, il dialogo con il prefetto Michele Di Bari è stato essenziale: «Il Padreterno ci ha mandato questo prefetto, che ha dialogato con la gente dicendo loro che nessuno finirà sotto i ponti». Ma la narrazione pubblica è stata spietata: «È bastato questo per farmi mettere in croce», ripete.

Don Patriciello parla degli attacchi di De Luca e delle minacce di morte 

Non sono mancati gli attacchi personali, culminati nelle parole di Vincenzo De Luca, che lo aveva definito «il Pippo Baudo della zona nord di Napoli». Parole che il parroco proprio non si aspettava da un esponente politico e che ora non dimentica. «Mi hanno colpito tantissimo a livello personale. Mettendomi alla berlina, consenti ai camorristi del Parco Verde di fare lo stesso?»

Don Patriciello vive sotto scorta, ma le minacce non cessano. L’ultima, una lettera minatoria, non ha piegato il suo spirito. «Non vorrei morire martire, vorrei morire a 101 anni con la corona in mano e il crocifisso», ha provato ad ironizzare.

Un barlume di speranza: le promesse mantenute da Giorgia

Nonostante tutto, qualche risultato si intravede e «qualcosa sta cambiando». La più grande piazza di spaccio d’Europa, quella del Parco Verde, è chiusa da un anno. «Ora capirete perché non mi vogliono bene», dice il Don. Inoltre, ha lodato il governo per il centro sportivo Delphinia, definendolo «un gioiellino» e la prima promessa mantenuta.

Tuttavia, Don Patriciello non dimentica le passerelle politiche che negli anni hanno attraversato Caivano, da Giuseppe Conte a Mara Carfagna, da Matteo Renzi a Sandro Ruotolo. Ma riconosce il valore dell’intervento della premier Giorgia Meloni, che nell’agosto 2023 accolse il suo appello dopo il drammatico stupro delle due cuginette. «Giorgia, facci sentire italiani, europei, vieni a vedere come sopravvive il Parco Verde. Vieni, ti aspettiamo a braccia aperte», le scrisse. E Meloni rispose, per la prima volta un presidente del Consiglio accolse il grido di dolore di un parroco ed si recò a Caivano. «Sappiamo fischiare e applaudire — le disse − per piacere prenditi gli applausi».

Don Patriciello, un parroco per lotta per un futuro diverso

«Mi voglio illudere di vivere in uno Stato democratico e civile», afferma Don Patriciello. Ma le sue azioni, così come le sue parole, parlano di una lotta incessante per un Parco Verde diverso, in cui la dignità umana non sia più merce di scambio per la camorra. «Con chi delinque bisogna essere spietatamente severi, le leggi vanno rispettate, i buonisti non mi piacciono», secondo lui «bisogna però intervenire con umanità nei confronti di chi è costretto a delinquere». Questa la battaglia che, nonostante le difficoltà, don Patriciello non smetterà mai di combattere.

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