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L’Udinese secondo Manicone: «Assestamento fisiologico, la squadra non preoccupa»  

«L’Udinese è in piena fase di assestamento fisiologico, non mi preoccupa: la nona posizione in classifica le permette di cercare la salvezza senza frenesie, ponendo le basi per il salto di qualità da spiccare la prossima stagione». È questo l’obiettivo individuato per l’Udinese da Antonio Manicone, ex centrocampista bianconero, ma soprattutto tecnico aggiornato che ha spiegato i motivi della “crisetta” autunnale in cui è incappata la squadra di Kosta Runjaic, studiato a fondo dall’attuale vice dell’Iran.

Manicone, nonostante l’unico punto conquistato nelle ultime cinque giornate la Zebretta è ancora la battistrada delle squadre di seconda fascia...

«Il nono posto attuale, a 4 punti dal Bologna, è il risultato tra l’ottimo avvio di campionato e l’assestamento in corso di cui bisogna far tesoro tenendo presente i valori tecnici di una squadra che si sta proponendo con concetti di gioco nuovi e ancora da consolidare».

D’accordo, ma è proprio in virtù della partenza lanciata che in Friuli si attendeva un crescendo progressivo dopo tre mesi di campionato...

«Non funziona così, specie se non sei una big, e a riguardo anche lì vediamo che non per tutte le grandi è così. La fase negativa prima o poi arriva, è inconcepibile pensare di non averla. È il classico assestamento fisiologico da cui uscirne più rafforzati, ma a patto di affrontarlo con convinzione e positività, soprattutto da parte della società».

Come dovrebbe comportarsi la famiglia Pozzo, assieme al supervisore dell’area tecnica Gianluca Nani?

«Conoscendoli, non ho dubbi sul loro appoggio, anche perché è in questa precisa fase che si può incidere sul futuro, e a riguardo faccio l’esempio del grande Milan di Sacchi. Al tempo la svolta arrivò quando la proprietà difese il tecnico a spada tratta davanti al gruppo squadra. L’allenatore è forte quando la società è forte assieme a lui. I Pozzo hanno inserito anche una persona che sa di calcio come Inler e ha pianificato un percorso di almeno due anni con Runjaic, un allenatore che ha avuto un enorme impatto in Italia e che ho seguito, studiandolo».

E a quale giudizio è arrivato?

«Mi piace molto il suo stile di gioco, la corsa e l’aggressività che ha portato e che ha pagato all’inizio, anche perché i giocatori sono portati a dare qualcosa di più in avvio. Ora arriva il difficile, rappresentato dal consolidamento dei suoi principi».

Anche attraverso i cambi modulo? Runjaic ne ha proposti tre in altrettanti mesi. Non c’è il rischio di togliere certezze alla squadra?

«Parliamo di numeri, mentre adesso Runjaic batte ferro sui principi di gioco in fase di possesso e non possesso palla, dalla corsa all’aggressività, alle distanze tra i reparti. In poche parole Runjaic sta costruendo l’Udinese come lo sta facendo Thiago Motta alla Juve, anche questa in assestamento».

La classifica dell’Udinese sarebbe stata ancora migliore senza gli errori in chiave difensiva e i mancati rigori...

«Alt. È importante non creare alibi alla squadra, altrimenti non si va da nessuna parte. I rigori sono episodi come gli errori che noi allenatori cataloghiamo alla voce esperienza, specie per i giovani. Touré ha sbagliato? Vista l’età possiamo dire che ha fatto esperienza».

Manicone, l’Udinese lunedì riparte da Monza per arrivare dove?

«Per porre le basi per il suo salto di qualità da fare la prossima stagione, e il salto lo si fa con la mentalità, quindi bisogna dare il massimo ogni partita».

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