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Divieto di pubblicazione delle ordinanze, Sisto e Delmastro: “Non è un bavaglio”. D’Orso (M5s): “Il governo colpisce la stampa e i cittadini”

Il prossimo lunedì in Consiglio dei ministri, il divieto di pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare dovrebbe essere esteso ad ogni altro provvedimento che dispone una misura cautelare: sequestri, obblighi di dimora ed interdittive. A confermarlo a margine del 150esimo anniversario della legge istitutiva dell’ordine Forense sono Andrea Delmastro e Francesco Paolo Sisto, rispettivamente sottosegretario e viceministro della Giustizia del governo Meloni. Il ministro Carlo Nordio è intervenuto all’evento da remoto perché “questi sono momenti concitati per il ministro della giustizia”. Secondo Delmastro, in ogni caso, “non c’è nessun problema per la libertà di stampa”. Al sottosegretario alla Giustizia chiediamo che tipo di sanzioni saranno previste per i giornalisti e le testate che non rispetteranno il divieto. “Non credo che in questa fase si parli di sanzioni o non sanzioni, si parla di un divieto dopodiché ad ogni divieto e ad ogni obbligo giuridico corrisponde una sanzione per la delegata ipotesi che qualcuno non la osservi”.

“L’intendimento è quello di esercitare la delega che scade tra pochi giorni. Sarà il Consiglio dei ministri a stabilire le modalità della delega” afferma Sisto. “Bavaglio? Non lo è affatto, è una garanzia per i cittadini. La parola bavaglio è impropriamente richiamata, non è che la notizia non si può riportare, non si possono riportare le parole letterali del giudice sia integralmente sia per stralci”, quindi “non c’è nessuna lesione alla necessità che l’informazione sia un pilastro della democrazia”, aggiunge il viceministro.

Sanzioni per chi non rispetta il divieto? “C’è già una norma, il 684 del codice penale, è una contravvenzione soggetta ad oblazione, ma non è un tema di sanzione – spiega Sisto – è un tema di civiltà”.

Ad esprimersi contro il bavaglio ai giornalisti è Francesco Greco, presidente del Consiglio Nazionale Forense: “Bisogna contemperare l’informazione quale strumento indispensabile e fondamentale per la democrazia con la tutele delle persone ma siamo assolutamente contrari i bavagli”. Fortemente contrario alla norma è il Movimento 5 Stelle. “Il governo imbavaglia la stampa per occultare gli elementi che potrebbero inficiare la buona reputazione di soggetti potenti e ‘colletti bianchi’ con un grave danno per la libertà di stampa ed il diritto dei cittadini di essere informati”, dice Valentina D’Orso, capogruppo pentastellata in Commissione Giustizia a Montecitorio. Come già annunciato dal direttore Marco Travaglio, su questa norma il Fatto Quotidiano farà obiezione di coscienza.

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