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Bottino quasi pieno: i tre punti di Monza portano l’Udinese a quota 20, in vista di Napoli e Fiorentina

Bottino pieno. Mister Kosta incassa volentieri i tre punti per arrivare a quota 20 punti, anche se riconosce che la zampata vincente è stata di Bijol, lo zampino della dea bendata. Insomma, sotto il profilo squisitamente tattico si tratta di un bottino quasi pieno. Non solo perché gli avversari rosicano, come si suol dire: «Abbiamo fatto trenta tiri in porta, loro solo tre o quattro e abbiamo perso. Anche Runjaic tornando a casa si chiederà come ha fatto a vincere», ha dichiarato nel dopo-partita brianzolo uno dei componenti del centrocampo del Monza, Alessandro Bianco.

Numeri non esatti, ma anche tutt’altro che confortanti per la squadra di Nesta. Perché se fai 4 tiri nello specchio, 11 fuori e 12 bloccati, qualche domanda sul “mirino” devi almeno fartela. Le trenta conclusioni, dunque, sono per la precisione 27, laddove l’Udinese ne ha fatti 10, di cui 3 nello specchio, solo uno in meno rispetto ai biancorossi di casa. Facendo 2 gol contro 1 per assicurarsi la vittoria.

C’è però un tarlo che non può non essersi insinuato nella testa del tecnico tedesco sempre molto attento al controllo del gioco. L’equazione empirica è molto semplice: più hai il pallone tra i piedi, meno pericoli corri. Ecco perché, dal punto strettamente statistico, l’Udinese è stata un mezzo disastro all’U-Power Stadium se si prendono in considerazione le rilevazioni.

Il Monza ha esercitato una pressione notevole e solo per colpa della mira appannata non ha costretto i bianconeri a un altro turno senza la vittoria, dopo il digiuno nei precedenti cinque. Per esempio: 66,6% di possesso palla, 65 tondo di vantaggio territoriale, addirittura 534 passaggi effettuati contro i 281 dell’Udinese, poco più della metà.

Nell’analisi condotta a caldo dallo staff tecnico, quindi, i dati sul possesso nella prima frazione hanno sicuramente condizionato la scelta di Runjaic che nell’intervallo ha deciso di proteggere meglio l’area considerando il 64% del possesso palla brianzolo nel tempo d’apertura, giocato con un 4-4-2 che, tuttavia, non ha garantito stabilità all’Udinese che ha oscillato in modo pauroso in difesa dopo essere andata in vantaggio. Il 3-5-2 della ripresa, tuttavia, ha addirittura peggiorato la situazione, vedendo il 69,3% degli ultimi 45’.

Sarà un dato sul quale Runjaic metterà una lente d’ingrandimento, considerando che è proprio attraverso il controllo del pallone che il tecnico arrivato dal Legia vuole disinnescare i pericoli creati dagli avversari, come ha raccontato analizzando la partita casalinga contro il Genoa, quella dell’espulsione fulminea di Touré. Allora volle inserire Ebosse in difesa proprio per cercare di correre meno rischi. Una mossa che non portò ai risultati immaginati.

Un po’ come è successo a Monza. Dove il gol di Bijol è stato una piacevole “foglia di fico” capace di coprire i dati del baricentro medio, definito dalle statistiche diffuse da Opta “molto basso”, complici i 39,4 metri rilevati. Bisognerà lavorare proprio per alzare i baricentro in vista di Napoli e Fiorentina, le prossime due avversarie nel calendario dei bianconeri, dotate di in una mira decisamente migliore di quella del Monza. Solo togliendo pressione al reparto difensivo si potrà pensare di infastidirle, di modo che Bijol, oltre all’autore del 2-1 che ha chiuso i conti, non sia ance il più produttivo dell’intera squadra per passaggi positivi (26), duelli aerei (13) di cui quasi la metà vinti, mentre proprio il centravanti “boa” degli avversari, Djuric, è stato il migliore dei suoi per tiri fatti (7) e duelli affrontati (15).

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