Lavoratori civili della base di Aviano, al vaglio 19 ricollocamenti per evitare il licenziamento
Si apre una nuova prospettiva per i venti lavoratori nel comparto commerciale della base di Aviano che rischiano il licenziamento: quella del ricollocamento. A offrire la potenziale soluzione, è un nuovo attore al tavolo: il 31º Fighter wing, che ha presentato una lista di 19 posizioni vacanti, attualmente congelate. Se si troverà il match fra le mansioni e le competenze e qualifiche del personale, 19 lavoratori su 20 potranno tirare un sospiro di sollievo e evitare il licenziamento.
È quanto è emerso martedì 10 dicembre dall’incontro fra l’Aafes, Army and air force exchange services, che gestisce il comparto commerciale nelle installazioni americane e le organizzazioni sindacali in base di Aviano. Per la Fisascat Cisl c’erano i sindacalisti Roberto Del Savio e Davide Fregona, per la Uiltucs Uil Angelo Zaccaria.
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All’incontro ha partecipato anche l’ufficio personale dello squadrone di aviazione, che, va precisato, nulla a che vedere con i ventilati licenziamenti. Gli esuberi, inizialmente 44, poi ridotti a 20 dopo le 19 dimissioni volontarie incentivate, sono stati infatti annunciati dall’Aafes. L’azienda intende ridimensionare il personale ad Aviano, chiudendo il negozio Four season in via Pedemonte e introducendo casse automatiche al posto dei cassieri.
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La trattativa, però, è ancora in corso. Venerdì mattina ci sarà un nuovo incontro in base ad Aviano fra organizzazioni sindacali, Fighter wing e Aafes per fare il punto.
I sindacati hanno invitato il trentunesimo a rivedere le liste delle posizioni vacanti, inserendo ulteriori figure. Per esempio un addetto alla mensa è andato in pensione e al suo posto è stato assunto un dipendente in part time: potrebbe essere ricavato un altro contratto part time.
Va poi affrontato, per i sindacati, il tema del match fra lavoratori e posizioni vacanti, caso per caso, verificando titoli e qualifiche di ciascuno. Un’altra questione aperta è la lista degli esuberi: anche su questo punto i sindacati chiedono maggiore chiarezza. Ci sono persone con 25 anni di anzianità che andranno a casa, altri con soli 3 anni di anzianità che invece rimangono.