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Si avvicina all’avversario e finge di essere stato colpito. Ma sbaglia: era l’arbitro – Domeniche bestiali

La potenza è nulla senza controllo. È lo slogan di una celebre pubblicità anni ’90 con testimonial Ronaldo. Ma nelle Domeniche Bestiali non ci sono celebrità, nonostante i nostri ammirevoli e generosi tentativi, né tantomeno Ronaldo. C’è potenza, quello sì, intesa per lo più come una vigoria agreste e quasi bruta e appunto senza controllo, cosa che porta alle solite conseguenze tragicomiche: colpi agli amici, simulazioni “al buio” per ottenere “sanzioni al sanzionante”, violazioni al Daspo e il solito, costante tafazzismo delle domeniche bestiali.

FALLO – Reagire a un fallo è una cosa seria. Non bella, certo, ma se proprio bisogna reagire tanto vale farlo bene, andando a incidere in punti strategici, come dimostrato da Andrea D’Orazio del Pinerolo, Eccellenza Piemonte, squalificato per tre gare perché “espulso per condotta violenta ai danni di un avversario, consistita nell’aver reagito ad un normale fallo di gioco colpendolo intenzionalmente nelle parti intime, provocandogli dolore ed innescando la reazione del giocatore della Valenzana”. E chissà se la reazione alla reazione abbia avuto le stesse modalità.

FUOCO AMICO – Altro paese, altra reazione. Per sfogare la rabbia e la frustrazione delle cose di campo non tutti colpiscono in zone sensibili, e non tutti se la prendono con gli avversari. Ad esempio Johan Mojica, difensore del Mallorca, non se l’è presa con Lamine Yamal che l’ha fatto letteralmente impazzire nella gara che vedeva la sua squadra opposta al Barcellona, ma col compagno di squadra. Infatti quando Lamine l’ha puntato, costringendolo al fallo da rigore, Mojica ha ben pensato di tirare una testata a Manu Mornales, che tuttavia non ha reagito, o almeno non davanti alle telecamere, se poi abbia messo in pratica il metodo Pinerolo pure lui dopo, non è dato sapere.

ARBITRO, CACCI L’ARBITRO! – La filosofia alla base delle domeniche bestiali è quella dell’utilitarismo più sfrenato: tentare di far espellere un avversario, anche simulando, è una pratica lecita. Il problema è quando ci si confonde, come spesso accade nei campi di provincia, e l’avversario in realtà non è l’avversario, ma colui che avrebbe dovuto sanzionare il potenziale avversario come accaduto al Rebaudengo, Prima Categoria Piemonte, multato di 50 euro “per il comportamento antisportivo dei propri dirigenti e del proprio capitano, Sig. Federico Messa, in occasione dell’espulsione del giocatore n. 7 Sig. Camara. In particolari i primi non intervenivano per calmare il proprio giocatore ed il secondo, approfittando del momentaneo parapiglia in campo, urtava volontariamente l’arbitro, scambiandolo per un avversario, e si gettava a terra simulando con tanto di urla di aver subito un colpo, per poi alzarsi tranquillamente”.

DASPO A 5 – Domenica, cosa fare per vincere la noia? Una bella partita del campionato di calcio a 5, ad esempio, da giocatore. Non ci sarebbe nulla di male, se non si avesse un Daspo: è accaduto nel Beneventano, dove un trentaquattrenne è stato denunciato dai carabinieri perché se ne stava allegramente a giocare una gara di campionato, nel Palazzetto dello Sport di Telese Terme, nonostante fosse stato “daspato” un anno prima.

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