Diffamò due medici, condannato chirurgo plastico di Castelfranco
Assolto dall'accusa di calunnia perché il fatto non sussiste, condannato per diffamazione nei confronti di due medici a 1.500 euro di multa.
È l'esito del processo al chirurgo plastico estetico, Antonio Di Vincenzo, 63 anni, accusato di diffamazione e calunnia nei confronti del noto medico legale Antonello Cirnelli e di un altro chirurgo plastico estetico, Livio De Re Camilot, che aveva affiancato Cirnelli in una perizia su un contenzioso civile.
Il giudice Iuri De Biasi ha anche disposto una provvisionale immediatamente esecutiva di 14.000 euro per Cirnelli e 7.000 euro per De Re Camilot.
La vicenda è piuttosto intricata. Tutto ha inizio nel febbraio del 2017 quando una trentenne trevigiana si sottopone a un intervento di chirurgia estetica al seno in un centro di medicina di Treviso.
L’intervento di mastoplastica, però, non soddisfa la paziente che, dopo 43 giorni, si sottopone ad un nuovo intervento chirurgico estetico.
Stavolta, però, la donna si affida all’esperienza di Di Vincenzo (difeso dall’avvocato Ernesto De Toni).
Successivamente, la paziente avvia una causa civile nei confronti del chirurgo plastico estetico, D. O., che per primo l’aveva sottoposta all’intervento di mastoplastica, lamentando un danno biologico da invalidità permanente del 7 per cento.
Nel procedimento il giudice civile del tribunale di Treviso nomina come perito il noto medico legale Antonello Cirnelli, che si avvale, come ausiliario, di un chirurgo plastico estetico, Livio De Re Camilot. La donna, invece, difesa da un’avvocatessa del foro di Vicenza, nomina un medico legale e, come proprio consulente di parte, lo stesso Di Vincenzo, che aveva effettuato un intervento correttivo al seno.
Il dottor Cirnelli, coadiuvato da De Re Camilot (parti civili del processo con l’avvocato Aloma Piazza), nelle conclusioni della sua perizia “assolve” il primo chirurgo plastico D.O. e punta il dito contro il secondo intervento del dottor Di Vincenzo, fatto dopo appena 43 giorni dal primo, con l’uso di protesi più pesanti. I problemi sorgono quando il legale della donna, che si scopre poi essere la moglie di Di Vincenzo, attiva un ricorso contro la liquidazione degli onorari di Cirnelli.
E all’udienza di discussione sul punto, l’avvocatessa del foro di Vicenza fa presente che ci sono due esposti contro Cirnelli e De Re Camilot ai rispettivi Ordini dei medici di Venezia e Pordenone.
A farli è stato Di Vincenzo e in essi scrive che entrambi, sia Cirnelli che De Re Camilot, «avevano tenuto nei suoi confronti un atteggiamento supponente e rancoroso, il tutto associato ad una sorprendente mancanza di preparazione dottrinaria e pratica sulla mastoplastica additiva tanto da rendere le sue affermazioni anacronistiche e inadatte al ruolo di ausiliario del consulente tecnico d’ufficio».
Di Vincenzo scriveva ancora che entrambi i medici avevano inventato «di sana pianta compensi (15 mila euro) da lui non ricevuti evidenziando sue incapacità operatorie immaginarie».
La calunnia, reato da cui Di Vincenzo è stato assolto, invece, sarebbe consistita nell’aver incolpato i due medici, pur sapendoli innocenti, di aver commesso il reato di falsa perizia.
Mentre l’Ordine dei medici di Pordenone archiviò subito l’esposto contro De Re Camilot, per Cirnelli l’iter invece fu più complicato, e solo dopo le sue stesse sollecitazioni, interessando anche l’Ordine nazionale di Roma, il suo caso fu affrontato e ne uscì assolto.
«Siamo parzialmente soddisfatti - commenta al termine dell'udienza l'avvocato di parte civile Aloma Piazza. Attendiamo il deposito delle motivazioni della sentenza, fissato in 90 giorni, per valutare i motivi dell'assunzione dal reato di calunnia».
Di Vincenzo è il direttore della clinica estetica di Castelfranco, finito sotto inchiesta assieme all'anestesista Fabio Toffoletto, per la morte di Helen Comin, la 50enne cittadellese, colta da malore dopo un intervento chirurgico per la sostituzione delle due protesi al seno, e morta all'ospedale di Castelfranco alcuni giorni dopo.