World News in Italian

Crisi Flex Trieste, passo indietro sulla cessione al fondo tedesco FairCap: «Esuberi certi» 

Il fondo FairCap non offre alcuna garanzia occupazionale, ma anzi la certezza di «esuberi strutturali» fra i 350 dipendenti della Flex di Trieste.

E la crisi industriale della fabbrica di componentistica elettronica triestina torna alla casella di partenza.

Il ministero delle Imprese boccia sonoramente il fondo tedesco e impone a Flex di fermare la cessione. Il tavolo è riaggiornato a gennaio, con l’assicurazione della discesa in campo delle istituzioni al fine di individuare soluzioni e acquirenti per una realtà produttiva che il Mimit definisce «strategica».

Il tavolo di crisi: un nulla di fatto


FairCap si è presentato oggi, mercoledì 11 dicembre, al tavolo di crisi del ministero con in tasca un preliminare di vendita firmato il 15 novembre, ma con un piano industriale senza numeri. Nessuna chiarezza su tempi del progetto, investimenti, occupati e strategie di rilancio. L’unico riferimento concreto è quello alle sinergie con la controllata imolese Electro System, realtà che tuttavia conta soltanto su 35 dipendenti e dove si prospetta lo spostamento di alcuni pezzi di produzione triestina. Al Mimit si consuma la seconda riunione del tavolo dedicato alla crisi Flex.

L’annuncio della vendita alla prima riunione

La prima ha visto uscire a sorpresa dal cilindro l’annuncio di una vendita ravvicinata della fabbrica al fondo FairCap, invitato a presenziare al secondo incontro tenutosi oggi a Roma. Ma l’invito a presentare un piano industriale si è concluso con un nulla di fatto. La società ha spiegato di essere focalizzata sull’acquisizione di imprese non più strategiche per grandi gruppi industriali. Ma il portafoglio si limita all’italiana Electro System, a due aziende in Germania e una in Svezia.


Rispetto a Flex gli obiettivi annunciati sono lo sviluppo del business e il sostegno a nuove collaborazioni commerciali che consentano di superare lo choc della fine della commessa di Nokia, che da sola vale l’80% del fatturato dell’impianto.

Come per ogni crisi industriale relativa a questo territorio, arriva il riferimento a possibili collaborazioni con Fincantieri e Leonardo nel campo sella cybersecurity e del cablaggio, grazie alla sinergia con Electro System.

«Esuberi strutturali»

Incalzati dalle domande di sindacati e istituzioni, i vertici di Fair Cap devono però ammettere che «la prospettiva di esuberi strutturali è un fatto di tutta evidenza: se si perde il cliente principale, l’azienda non può stare in piedi. Dobbiamo quantificare questo numero e gestirlo nel modo più sostenibile possibile con metodi e ammortizzatori previsti dalla legge».

Le reazioni


L’approccio non riesce gradito ai presenti, che finora si sono sentiti dire da Flex che il contratto di solidarietà (in vigore per 222 lavoratori su 350) sarebbe servito a superare la difficoltà transitoria e reperire nuovi clienti sul mercato.

I responsabili della cabina di regia del Mimit invitano Fair Cap a non presentarsi come «dilettanti allo sbaraglio», sottolineando che il ramo golden power del ministero vigilerà sull’effettiva capacità dei possibili subentranti di mantenere e sviluppare un settore di business considerato strategico dal governo.

L’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen focalizza l’attenzione sui vertici di Flex: «A che punto sono le trattative? Com’è stata individuata Fair Cap? Quali garanzie occupazionali?».
Dieci minuti dopo e il fondo tedesco esce dai giochi, almeno per il momento.

La trattativa

I funzionari del ministero chiedono un confronto riservato con il management di Flex. Ne escono con l’impegno dei vertici italiani a congelare la trattativa con FairCap e quello ministeriale a cercare altri acquirenti e mettere in campo ammortizzatori sociali. L’azienda dovrà fare un passaggio con la sede centrale della corporation americana, ma l’esito appare scontato.

La Regione


Rosolen sottolinea che «le parti hanno concordato di riavviare il confronto a gennaio per individuare soluzioni che preservino il sito, che lo stesso governo ha definito strategico, garantendo allo stesso tempo la tutela dei livelli occupazionali. Ringrazio il ministero per la ferma posizione adottata e Flextronics per la doverosa assunzione di responsabilità».

I sindacati


In una nota unitaria, i sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm e Ugl definiscono «molto pesante» la dichiarazione di FairCap sugli esuberi inevitabili, dal momento che «fino agli incontri precedenti non era stata confermata da Flex, che aveva sempre parlato di momento difficile ma di essere impegnata ad attuare tutte le strategie per non lasciare in strada nessuno. Flex su sollecito delle istituzioni ha dichiarato di congelare al momento la cessione per il tempo necessario ad interloquire con la corporation. Da parte nostra, non si può che valutare come inconsistente la proposta industriale del fondo FairCap».

Читайте на 123ru.net