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Addio a Francesco Quaquarini, colonna di una cantina storica

CANNETO PAVESE. Addio a uno degli ultimi “signori” della vitivinicoltura locale. Il mondo del vino oltrepadano piange la scomparsa, a 91 anni, di Francesco Quaquarini, storico produttore di Canneto Pavese e patron dell’azienda che porta il suo nome, oggi guidata dai figli Umberto e Maria Teresa.

Grande passione per la sua terra, sorriso e battuta sempre pronta: erano i tratti che lo distinguevano e che oggi ricordano i tanti amici e colleghi. L’azienda era stata fondata dal nonno nel 1904: Quaquarini aveva iniziato a vent’anni a fare il mediatore, poi, a partire dagli anni ’50, aveva iniziato a portare in giro il vino, prima nelle botti e poi in bottiglia. L’azienda è partita da 10 pertiche, mettendo insieme le proprietà di Francesco con quelle della moglie Liliana, e piano piano è cresciuta fino ad arrivare ai 60 ettari attuali.

«Diciamo che ha fatto il percorso che tanti altri produttori hanno fatto qui in Oltrepo – racconta il figlio Umberto -. Mio padre ha vissuto gli anni difficili, ma anche più belli di questo lavoro, fatti di crescita, possibilità, amicizie e rapporti umani. Ha avuto una vita impegnativa, ma è stato lui a dirmi un giorno: “Non ho rimpianti”. E credo che questa sia una bellissima cosa». Con il passare degli anni, Quaquarini ha passato la mano ai figli Umberto e Maria Teresa, ma non ha mai fatto mancare il suo supporto e il suo consiglio in ogni occasione: «Gli assaggi li facevamo sempre insieme – aggiunge Umberto -. Il suo parere, la sua parola erano molto preziosi, in ogni scelta il suo consiglio ti dava quella tranquillità mentale ed emotiva. Inevitabilmente adesso mancherà la sua presenza».

Ma il papà rimarrà certamente, oltre che nei ricordi personali, anche in un vino particolare dell’azienda, il Selezione Unica, che curava personalmente dalla vigna alla bottiglia. Nato nel 2019 quasi come scommessa, per ricomprare una zappatrice che si era rotta e che i figli non volevano sostituire, il patron dell’azienda decide di mettere in bottiglia quel rosso “ammandorlato”, che nasce sulla collina di Monteveneroso e che finora aveva regalato agli amici in primavera. Sceglie anche nome ed etichetta e, ovviamente, vince la scommessa e ricompra la zappatrice. Raccolto tardissimo perché deve essere stramaturo, vinificazione in cemento, niente lieviti selezionati e temperatura controllata, svinato leggermente morbido, poi conservato in cemento e non assolutamente in legno: «La scorsa primavera se ne stava occupando ancora lui» ricorda il figlio.

Un vino che diventa testamento spirituale consegnato alle nuove generazioni in cantina: «Se l’azienda è cresciuta così tanto è tutto merito suo, noi dobbiamo lavorare per mantenere e portare avanti quello che lui ha costruito in tanti anni» conclude Umberto. L’azienda Quaquarini ha ottenuto da diversi anni la certificazione biologica ed è una delle più blasonate del territorio, con premi importanti vinti nelle guide sia con i rossi della zona, a partire dal Buttafuoco Storico, sia con le bollicine, come il Classese recentemente finito tra le mani di Danny De Vito nel suo ultimo film di Natale.

Oltre ai figli Umberto e Maria Teresa, Quaquarini lascia la nuora Frida e i nipoti Riccardo, Federico e Vittoria. Il feretro si trova alla Casa Funeraria Pisani di Broni, dove questa sera, venerdì 13 dicembre, alle 18.30 sarà recitato il rosario. I funerali si terranno sabato mattina, 14 dicembre, alle 9.30, nella chiesa parrocchiale di Stradella, poi seguirà la sepoltura nel cimitero di Canneto Pavese. —

Oliviero Maggi

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