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Chirurgia per il tumore al seno, al Policlinico di Abano operata una donna di 96 anni

Al Policlinico di Abano sono state operate per tumore al seno una paziente 96enne e una 80enne, che è stata sottoposta anche alla ricostruzione protesica. L’intervento chirurgico per l’asportazione della neoplasia mammaria anche in donne over 80 è un’opzione terapeutica che, secondo le linee guida, è sempre la prima scelta anche per le anziane con tumori positivi.

I due interventi, i primi del genere nel presidio ospedaliero aponense, rappresentano esempi rarissimi nel panorama italiano, che possono fare scuola.

Nel dettaglio, alla donna di 96 anni il tumore è stato asportato in maniera radicale. L’operazione è stata effettuata in anestesia locale con sedazione. La paziente è stata dimessa dopo alcune ore di osservazione senza alcuna complicanza.

Non di minore importanza l’intervento cui è stata sottoposta la paziente di 80 anni: contestualmente all’asportazione dei linfonodi per una neoplasia mammaria recidivata da circa 4 anni è stata effettuata una ricostruzione protesica con protesi rivestita in micropoliuretano. La ricostruzione protesica era un’espressa richiesta della paziente che è stata dimessa dopo circa 48 ore e non ha avuto complicanze a distanza di tempo. Gli interventi sono stati eseguiti dal dottor Luca Caruso, responsabile dell’Unità operativa di Senologia chirurgica e ricostruttiva, e dal collega Giuseppe Adelfio, coadiuvati dal team di anestesisti diretto dal dottor Giorgio Davià.

«Le linee guida» spiega Caruso, «specificano che in donne anziane, purché in condizioni compatibili con la chirurgia, con tumori positivi la chirurgia risulta sempre la prima scelta. L’età non deve scoraggiare l’effettuazione di un intervento chirurgico se condotto in condizioni di sicurezza anestesiologica. La semplice ormonoterapia o la radioterapia a intento palliativo non devono rappresentare un’alternativa alla chirurgia, quando questa è fattibile e sicura».

Le strade alternative alla chirurgia, secondo lo staff del reparto di Abano, dovrebbero dunque essere riservate solo a pazienti tecnicamente inoperabili per altre patologie o perché il tumore ha invaso le strutture circostanti in modo da non rendere possibile una chirurgia radicale.

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