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Quaranta commercianti si riuniscono al bar della stazione di Ivrea: «Siamo stufi, vogliamo più sicurezza»

IVREA. Persino un’icona del commercio eporediese come Laura Bethaz, di Laura shop 34 di via Palestro, dice di aver paura. «Non mi è mai capitato – spiega – in cinquant’anni che sono a Ivrea, ma ora la sera quando vado a prendere l’auto parcheggiata, ho paura. Mi è già capitato un paio di volte di trovarle sporca, con oggetti sotto il tergicristallo, l’ultima ci ho trovato anche del liquido rosso». Chi ha il termometro della situazione è sicuramente Adriano Vaglino del bar della stazione: «Sono aperto dal 2007 e l’anno che abbiamo passato è stato il peggior in assoluto tra risse e furti, che ormai sono quasi giornalieri».

L’idea è venuta a Maria Teresa Garberi di 38° Parallelo Sud, il negozio di corso Nigra. Ed è stata lanciata su una chat whatsapp dei commercianti. «Perché non ci troviamo tutti al bar della stazione e parliamo un po’?». Alla fine sono arrivati una quarantina di negozianti da tutte le zone della città. C’erano anche i consiglieri comunali Massimiliano De Stefano e Tony Cuomo, in qualità di esercenti. «È emersa – scrivono i presenti nel comunicato finale della riunione – con chiarezza la necessità di adottare misure concrete per garantire la tranquillità e la protezione di cittadini e commercianti. A tal proposito, abbiamo deciso di avviare una petizione e organizzare un sit-in simbolico, iniziative mirate a sensibilizzare le autorità competenti e promuovere un dialogo aperto. Queste azioni sono fondamentali affinché possano essere implementati interventi efficaci a favore della sicurezza di tutti. Desideriamo inoltre esprimere il nostro apprezzamento per gli sforzi che le forze dell’ordine stanno compiendo per mantenere un adeguato presidio sul territorio. Tuttavia, riteniamo essenziale che l’amministrazione ascolti le istanze della comunità e intervenga con decisione per affrontare le problematiche legate alla sicurezza, iniziando dall’illuminazione e dal potenziamento delle videocamere di sorveglianza». A firmarlo sono i commercianti di corso Nigra, via Miniere, piazza Lamarmora, Porta Torino, stradale Torino, corso Cavour, corso Massimo D'Azeglio, via Palestro, via Circonvallazione e via Cascinette.

Maria Teresa Garberi, che ha lanciato l’idea, racconta ancora: «A volte mi chiudo dentro il negozio, quando capisco che ci possono essere dei pericoli. Lo scorso anno mi hanno rubato un piumino di valore, purtroppo non ho mai capito chi è stato. Nei mesi scorsi mi è capitato di assistere a risse qui davanti».

I furti sono un problema molto comune, in special modo in alcune zone sensibili. «Da noi ormai ci sono piccoli furti quasi tutti i giorni - spiega ancora Vaglino del bar della stazione -. Entrano in 3-4 si coprono a vicenda, alcuni fanno acquisti e altri pensano a rubare. L’altro giorno si sono picchiati sulla passerella ferroviaria. Quando vengono a rubare io glielo dico: nel mio negozio ho 16 videocamere. Collaboro spesso con le forze dell’ordine, quando me le chiedono le ho sempre messe a disposizione. Certo, spiace sentire che poi ci sono quelle comunali che spesso non funzionano. Anche perché c’è il modo di incidere, ci sono cose che si possono fare. Quando sono arrivato, dal 2007 al 2009, sono stati due anni piuttosto brutti. Però grazie a un’iniziativa dell’Ascom riuscimmo a trovare un accordo con le forze dell’ordine e l’amministrazione comunale che funzionò. Tutto fino allo scorso anno, quando le cose sono peggiorate tanto». Vaglino, poi, ricorda: «Io so di lavorare in un bar della stazione, so che normalmente ci sono problemi come in tutta Italia e proprio per questo so distinguere lo sbandato che scende dal treno e isolarlo. Ma ora, però, è diverso. Per me diventa anche difficile trovare personale che voglia venire a lavorare, ho avuto tanto ricambio».

Massimiliano De Stefano è consigliere comunale di Azione Italia Viva, che segnala il problema sicurezza in città, ormai da tempo. «Sento la necessità dei cittadini di essere in qualche modo ascoltati - precisa - e non solo durante il periodo elettorale, ma sempre. Bisogna fare sintesi dei problemi che emergono e cercare di trovare una soluzione comune».

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