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Venezia, nuove regole per salvare le edicole come presidio culturale e sociale

Riportare le edicole alla loro funzione di presidio territoriale insostituibile. È questo l’obiettivo delle linee guida proposte dal Comune per modificare il regolamento dei punti vendita di quotidiani e periodici.

«La destinazione originaria si è trasformata di pari passo con le problematiche che affliggono il mondo editoriale», osserva l’assessore al commercio Sebastiano Costalonga, «vogliamo andare in soccorso degli operatori per sostenerli nella loro attività».

Nel centro storico veneziano e nelle isole rimangono quaranta punti vendita attivi. Nell’ultimo decennio ne sono scomparsi dieci. Di edicole tradizionali ce ne sono sempre meno: souvenir, felpe, ventagli, cappelli ricoprono gran parte degli espositori per la carta stampata. «Non vogliamo che si trasformino in bazar», sottolinea Costalonga, «è necessario che continuino ad essere spazi dedicati principalmente all’informazione e alla cultura».

Una delle priorità del nuovo regolamento mira proprio a preservare il decoro e l’immagine delle edicole. Per garantire un equilibrio saranno introdotte alcune regole sulla disposizione dei prodotti: almeno due metri quadrati del fronte principale e altri due da distribuire su quelli laterali dovranno essere riservati esclusivamente a quotidiani, riviste, periodici e materiale legato al mondo dell’editoria. «Finora i limiti erano espressi in percentuali», dice, «avere delle misure di riferimento semplifica i controlli della Polizia municipale e scongiura qualsiasi possibilità di concorrenza sleale».

Le linee guida introducono anche delle proposte per incentivare una gestione più efficiente. In caso di cessione o affitto, ad esempio, il contratto dovrà includere una clausola che dia conto della mancanza di pendenze amministrative in modo tale da esonerare il gestore da eventuali sanzioni. Inoltre, per evitare abusi, sarà richiesta una garanzia fideiussoria che tuteli l’amministrazione per il caso di mancato adempimento di oneri concessori o di non corretto utilizzo dello spazio pubblico.

«Come ulteriori forme di sostegno», conclude, «non solo incentiveremo i punti vendita a proseguire con le attività a servizio della cittadinanza, ma anche a sfruttare gli spazi per promuovere eventi culturali e collaborare ad iniziative pubblicitarie locali ed internazionali».

Un esempio virtuoso è il progetto “librairie éphémère” promosso da Louis Vuitton due anni fa. In occasione dell’inaugurazione di Biennale Arte 2022, la maison francese vestì otto edicole veneziane, contribuendo alla loro ristrutturazione e mettendo in vendita le famose guide turistiche colorate per un’intera settima. Del resto, per scongiurare la scomparsa, è vitale trovare strade alternative. «Nella memoria storica di una città le edicole sono sempre state un punto di riferimento», osserva Nicola Fanutti, edicolante a San Zaccaria, «in tempi così difficili ogni proposta è ben accetta. Vogliamo mantenere e potenziare il ruolo sociale che rivestiamo»

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