I post sulla chirurgia plastica pullulano: la gen Z ha più familiarità col bisturi che col diario di scuola
“Gli uomini si dividono tra quelli che prediligono il seno e quelli che, invece, sono fan accaniti del lato b”. È una frase decisamente mandata in soffitta dal politically correct. Quindi, adesso alle donne poco importa di avere glutei scolpiti e un seno alla Jessica Rabbit? Non proprio. In realtà, puoi anche farti crescere i peli sotto le ascelle, non truccarti e vestirti di lana caprina per non compiacere il patriarcato, ma guai a toccare la chirurgia. E così, botox, filler e tutto quello che il dio Bisturi ci manda per farci sembrare più giovani (o quantomeno illuderci di esserlo) sono diventati una nuova tendenza social.
Ad aprire il trend è stata Michelle Comi, nota influencer che ha avviato un crowdfunding con tanto di slogan persuasivo: “Con un piccolo gesto potete cambiare il mondo, in questo caso il mio”. In realtà, a cambiare sarebbe stata la sua taglia di reggiseno, ma sai una taglia abbondante quante porte ti apre? E, infatti, la sua raccolta fondi era per una mastoplastica additiva, passe-partout verso il mondo della lussuria. E i fan non l’hanno delusa: ha raggiunto l’obiettivo di 15mila euro in un solo giorno. Ma, ahinoi, l’intervento chirurgico non si farà. La piattaforma di crowdfunding, infatti, ha bloccato e annullato l’operazione, restituendo ad ogni persona le somme di denaro che avevano versato per finanziare la chirurgia plastica dell’influencer.
Ma le adepte non si sono scoraggiate e i post sulla chirurgia plastica spuntano come funghi. Tanto che la generazione Z ha più familiarità col bisturi che con il diario della scuola. “Prima le ragazze erano terrorizzate quando venivano da me, cercavano informazioni ma soprattutto rassicurazioni” dice Pietro Gentile, professore di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva all’Università degli Studi di Roma, Tor Vergata. “Adesso, invece, sanno già tutto, sono convinte di avere appreso dai social e da internet tutte le informazioni necessarie per un intervento, lasciando al chirurgo il compito di esecutore”. Le più scafate, poi, si presentano con pennarello e si segnano sul viso i punti da ritoccare. E pensare che noi il pennarello lo usavamo per colorare. Un’era geologica fa.
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