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Ai cinquestelle serve un’idea forte? L’unica possibile ora è opporsi alle spese militari

di Stefano Parenti

Qualche giorno fa, il direttore Peter Gomez si interrogava su quali idee forti il M5S potesse ancora promuovere e portare avanti per iniziare ad attrarre nella propria sfera gli indecisi. Personalmente credo che Giuseppe Conte ed altri esponenti del Movimento abbiano un’idea potenzialmente forte, ma non ancora espressa chiaramente. In questo momento, a mio modesto parere, l’unica idea da perorare dovrebbe essere quella di promuovere una politica di pace, di fronte all’esigenza prioritaria – ed aggiungerei esistenziale – di uscire dalla tragica e folle spirale del fanatismo bellicista europeo e dalla conseguente, sempre più pericolosa e ottusa, deriva verso un’escalation militare. Questo scenario rappresenterebbe solo un immane dramna che, a quanto pare, è ancora inimmaginabile ai più.

Riuscire a declinare un progetto politico che prenda le mosse dall’articolo 11 della nostra Costituzione, per rispondere alla necessità di costruire una posizione ed un percorso di pace alternativo a quello di continuare a soffiare sul fuoco, dovrebbe essere considerata la vera priorità, al fine di offrire un contributo per ridare spazio alla mediazione politica con la Russia.

Sì, certo, le infinite liste di attesa negli ospedali, un’istruzione pubblica allo sfascio, l’inflazione galoppante, la sicurezza, il futuro professionale dei nostri figli, lo stato sociale e tanto altro ancora, sono problemi che ci toccano spesso nel quotidiano e a cui la politica dovrebbe dare delle soluzioni strategiche nell’interesse generale. Ma oggi mi sento di dire che se non si affronta innanzitutto la priorità di trovare una soluzione politica ad una guerra che, giorno dopo giorno, ci può inghiottire nel suo abisso di morte e distruzione, tutto il resto diventa purtroppo relativo.

Veramente c’è qualcuno anche in Europa che pensa di fare la guerra alla Russia? Purtroppo, dalle ultime dichiarazioni di esponenti di primo piano di paesi europei, la risposta è sì; per questo urgono posizioni politiche senza se e senza ma, che facciano di tutto per respingere questa prospettiva tragica e coltivino altre posizioni. Ci sono esempi credo virtuosi su come sviluppare e dar adito ad un’idea forte in questo senso; per esempio, Sahra Wagenknecht che dice senza paura “noi siamo la sinistra che non vuole la guerra”.

La vita certamente va avanti e continuiamo a confrontarci nel nostro quotidiano con i problemi sopracitati, ma in questo momento, ogni altro dibattito di fronte ad un sistema di pochi nichilisti che sta provando a trascinarci in ogni modo in una terza e probabilmente ultima guerra mondiale risulta quasi surreale. Il M5S dovrebbe fare di tutto quotidianamente per aprire gli occhi a quanta più gente possibile su quello che realmente sta accadendo a due passi dall’Italia e sui rischi sempre maggiori cui siamo esposti. Inoltre, oltre alla ferma opposizione alle risoluzioni dell’Europa ad un sempre maggiore sostegno militare alla Ucraina, potrebbe provare ad opporsi in tutti i modi consentiti dal nostro ordinamento all’aumento delle spese militari.

Tra le varie iniziative annoverei, certamente, anche quella di incalzare di più il Pd sulle sue responsabilità per cercare di fargli cambiare direzione riguardo alla Guerra in Ucraina ed in Medio Oriente.

Provo adesso ad immaginare solo alcuni degli effetti positivi per il nostro Paese, probabilmente quasi immediati, che deriverebbero da un cessate il fuoco in Ucraina e da un accordo di pace nel mutuo interesse con la Russia:

– Riscoperta di un orizzonte di pace;
– Diminuzione del costo del gas per le imprese e le famiglie;
– Calo dell’inflazione.
– Ripresa dell’export verso la Russia.
– Riduzione delle spese militari ed investimento del relativo risparmio nel sistema sanitario, pensionistico, istruzione, etc.

Non è forse una politica di pace un’idea forte che può essere tradotta in un programma politico? Tutto il resto dovrebbe venire dopo o, meglio, essere una conseguenza positiva di una tale e prioritaria azione politica.

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