World News in Italian

Sramkova contro i propri genitori: “Di certo non piangeranno per i miei successi”

Non serve certo Freud per capire che i rapporti tra genitori e figli siano spesso complicati, specie nel periodo adolescenziale, specie se parliamo di giovani talenti. In uno sport come il tennis, che richiede grandissima disciplina e abnegazione per migliorare anche solo un minuscolo aspetto del proprio gioco, spesso i genitori occupano un ruolo centrale nella formazione agonistica dei propri figli, in molti casi sono i loro primi allenatori e li seguono anche ben dopo l’ingresso nel mondo professionistico.

Il genitore è senza dubbio uno dei mestieri più complicati al mondo e non siamo nuovi a storie di padri che sfogano le proprie frustrazioni e ambizioni mancate sulle carriere dei propri figli: è notissimo il caso di Mike Agassi e suo figlio Andre descritto nell’autobiografia di quest’ultimo, ma ne parla persino il romanziere latino Petronio nel suo Satyricon. Le famiglie che impiegano nella coltivazione del talento sportivo del proprio figlio energie, tempo, risorse e aspettative spesso finiscono per sviluppare un senso di possesso, considerando gli atleti come una sorta di loro “creazione” e credendo di poter decidere al posto loro.

E’ il caso di Rebecca Sramkova, fresca di nomina come miglior tennista donna slovacca del 2024 che, al gran gala del tennis slovacco (dove tra le le altre cose ha ricevuto il premio di cui sopra) ha lasciato interdetta la platea con un’uscita sui propri genitori. Parlando della giovane e talentuosa Mia Pohankova (classe 2008 e futuro del tennis slovacco) la numero 46 del ranking WTA si è lasciata sfuggire: “Mi è piaciuto molto il modo in cui i genitori di Mia Pohankova hanno pianto per i suoi successi. I miei genitori non piangeranno certo per me. Qualcuno vuole adottarmi?”

La ventottenne di Bratislava, che ha avuto il padre Jozef come coach per tutta la prima parte di carriera, è stata cacciata di casa all’età di 18 anni. Il motivo pare essere stata la relazione, ufficializzata due anni dopo e terminata nel 2021, con l’allenatore della squadra slovacca di kayak Petr Liker, dodici anni più vecchio di lei. Stando ai media slovacchi il padre non prese bene la notizia e interruppe qualsiasi tipo di rapporto con la figlia, che si è ritrovata appena diciottenne a dover affrontare le difficoltà sia economiche che personali dell’inizio di una carriera da sportiva di alto livello senza nessun supporto da parte della famiglia e dovendo arrangiarsi come poteva.

A detta del padre i rapporti nell’ultimo periodo stanno migliorando sensibilmente e forse il miglioramento della situazione familiare ha permesso a Sramkova di trovare serenità anche sul campo da tennis e, chissà, magari a questo deve l’exploit che ha vissuto nella seconda parte di questa stagione, che l’ha vista raggiungere la finale ai WTA di Jiujiang e Monastir e addirittura la vittoria a Hua Hin. Oltre, o meglio soprattutto, a trascinare la propria nazionale fino alla finale della BJK Cup di Malaga, dove i sogni del paese mitteleuropeo si sono infranti sotto le bordate di Jasmine Paolini e l’abilità da fondo campo di Lucia Bronzetti.

In campo come nella vita Sramkova ha dovuto affrontare grosse difficoltà per tutto l’arco della carriera, a causa di un grave problema all’occhio sinistro che la rende praticamente cieca da quel lato, ma con la resilienza e la forza che la caratterizzano è riuscita a fronteggiare tutto, attendendo il momento buono per fare esplodere il proprio talento e, come in questo caso, togliersi qualche sassolino dalle scarpe sporche di terra rossa.

A cura di Niccolò Moretti

Читайте на 123ru.net